Non si trova un autista e Siria deve rinunciare alla scuola. È la triste vicenda di un’adolescente disabile costretta a casa per colpa di chi avrebbe dovuto garantirle un servizio indispensabile.

Ieri mattina, l’ennesima battaglia di civiltà a Palazzo Marconi, accompagnata dal solito «provvederemo». Questa è la storia di Marzia, mamma lavoratrice per necessità e con la responsabilità di un marito invalido al cento per cento e una figlia, Siria, 16anni, affetta da un ritardo psicocognitivo che la rende “speciale”.

A maggio scorso l’autista che accompagnava la ragazza a scuola aveva annunciato l’imminente pensionamento. Quindi già a settembre il Comune avrebbe dovuto sostituire il personale. Invece le lezioni sono riprese, ma il pulmino non è mai passato.

Per quattro giorni la signora Marzia, che lavora in un supermercato e ha orari per nulla conciliabili con quelli scolastici, è stata costretta ad accompagnare la figlia all’Angelicum. Fino a quando è tornato il trasporto.

Disagi a cui il Comune avrebbe dato una risposta che, seppur plausibile, non guarda agli interessi della sedicenne: l’affitto del pulmino e la ricerca di un nuovo autista non competono a Siria e alla sua famiglia. Una situazione mai risolta definitivamente. Così l’alunna, questa settimana, è stata costretta a rinunciare alle attività scolastiche: «Mia figlia non deve pagare per le inadempienze di altri - dice indignata mamma Marzia - a me non interessano le scuse del Comune, ma piuttosto che Siria debba restare a casa forzatamente».

Ma i disagi per questa mamma non sono finiti. Dal parcheggio davanti alla scuola che è in discesa e non permette a Siria di deambulare in modo opportuno, al cancello sempre chiuso che costringe Marzia a parcheggiare in strada. Disperata e per nulla intimorita, ieri mattina la signora è andata in Comune: «L’assistenza ai diversamente abili è un diritto che non merita di essere elemosinato».

Un’ora dopo, Marzia ha ricevuto una telefonata dall’assistente sociale: Siria oggi avrà il suo scuolabus e potrà tornare in classe.