Undici candidati tra Camera, Senato e Regione Lazio, soprattutto se per le elezioni della Pisana verrà mantenuto il listino. Perché alla fine è difficile che i sistemi elettorali possano essere cambiati. A Montecitorio al momento si voterebbe con l'Italicum corretto dalla Corte Costituzionale: in provincia di Frosinone potrebbero esserci il capolista bloccato e quattro candidati a caccia di preferenze (due uomini e due donne). Mentre per quanto concerne il Senato, si potrebbe prospettare l'opzione della preferenza unica su base regionale. Per le regionali, infine, quattro candidati in campo, anche in questo caso con perfetta parità di genere. Se poi dovesse rimanere il listino legato al candidato presidente, allora è evidente che ci sarebbe uno spazio in più.

Nel Pd le grandi manovre sono iniziate da tempo, anche e soprattutto perché dovranno essere calibrate alleanze su più fronti. Al Senato, per esempio, Francesco Scalia da tempo sta cercando di costruire un asse con Claudio Moscardelli (Latina). Proprio per arrivare ad una soluzione in grado di reggere l'urto della base regionale. Ben sapendo che nei Democrat l'ordine di scuderia delle correnti sarà più forte delle dinamiche territoriali. Tanto per essere chiari: l'area del segretario provinciale Simone Costanzo (che è quella del ministro Dario Franceschini) voterà comunque per Bruno Astorre. Così come la componente di Francesco De Angelis (che ha nel presidente nazionale del partito Matteo Orfini il punto di riferimento) per Palazzo Madama potrebbe orientarsi su Claudio Mancini. A meno di un asse trasversale tra lo stesso De Angelis e Scalia sull'accoppiata Camera-Senato. Intanto però la senatrice Maria Spilabotte si è già messa in moto, così come il deputato Nazzareno Pilozzi.

Situazione molto complessa in vista delle regionali, dove i posti a disposizione dovrebbero essere quattro. Molto affollata la casella maschile: l'assessore regionale Mauro Buschini sarà in campo e alla riconferma punta anche il consigliere Marino Fardelli, politicamente vicino a Scalia. Alle regionali potrebbe guardare anche il presidente della Provincia Antonio Pompeo, alter ego di Scalia. Infine, non è escluso che pure il segretario Simone Costanzo voglia dire la sua. Molto dipenderà da quando si voterà alla Regione: la scadenza naturale della legislatura è fissata a fine febbraio. Ma secondo alcune indiscrezioni Nicola Zingaretti potrebbe essere tentato di anticipare i tempi.

Per quanto riguarda Forza Italia, sarà la scelta di Mario Abbruzzese a mettere in moto l'effetto domino: Senato o ancora Regione? Per il resto è ormai chiaro che gli "azzurri" puntano a mettere in campo diversi esponenti: Antonello Iannarilli, Adriano Piacentini, Alessandra Mandarelli e Serena Petricca potrebbero essere presi in considerazione per la Camera, Danilo Magliocchetti, Pasquale Ciacciarelli, Maria Teresa Graziani per le regionali. Mentre per il Senato i nomi che circolano sono quelli di Silvio Ferraguti e Gianluca Quadrini. Un discorso a parte merita Alfredo Pallone, coordinatore regionale di Alternativa Popolare. Si parla molto di un suo possibile rientro in Forza Italia, soprattutto dopo aver ripreso i rapporti con il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.

Il punto però è un altro: il centrodestra potrebbe presentarsi unito alle politiche e alle regionali. Anche con Alternativa Popolare. Il "peso" di Alfredo Pallone è noto: una sua indicazione nel listino alle regionali potrebbe starci in ogni caso. C'è un altro aspetto, forse il più importante, da tenere presente: la candidatura blindata alla Camera. La domanda è: i livelli locali di Pd e Forza Italia sono nelle condizioni di poter imporre un esponente locale? Perché se invece arrivano i big nazionali, quanti sarebbero disposti a fare soltanto i portatori di voti?