«Il segretario provinciale Simone Costanzo sta facendo pure troppo, le critiche nei suoi confronti sono sbagliate ed ingenerose». Aldo Antonetti, membro della segreteria provinciale del Pd e già sindaco di Giuliano di Roma, va controcorrente. In questi giorni, nel corso dell'analisi del voto, in diversi hanno sostanzialmente detto che la serie di sconfitte dei Democrat alle comunali fanno emergere delle responsabilità politiche precise della federazione.

Spiega Antonetti: «Il tentativo in atto è chiarissimo: chiamare in causa la federazione e il segretario, facendo finta di dimenticare però che in questo anno e mezzo tutte le scelte strategiche sono state prese all'unanimità. Vorrei ricordare inoltre che la minoranza esprime comunque una figura importante ed autorevole, come quella del presidente provinciale».

Poi l'affondo: «Fra le altre cose, se proprio è così importante soltanto la figura del segretario, perché allora le decisioni più importanti vengono prese altrove? E da altri? Non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia: scelte fondamentali sono state e vengono assunte con la logica delle componenti. Troppo facile poi, quando si perde, puntare l'i ndice esclusivamente nei confronti del segretario provinciale. Se poi si vuole davvero cambiare "verso", allora invito tutti gli eletti del partito (dal più alto al più basso) a ricondurre sempre scelte ed azione politica al partito. Non è che si può seminare altrove e poi lasciare che siano altri a non raccogliere quei frutti che in questo modo non possono nascere. Oggi il Pd in questo territorio esprime una forza che neppure la Dc ha mai avuto: due senatori, un deputato, un assessore regionale, un consigliere regionale, il presidente della Provincia, la guida di importanti enti intermedi. Politicamente però tutte queste cariche non producono consenso e dobbiamo cominciare a chiederci il motivo. L'intera classe dirigente deve riflettere. Per quanto riguarda le elezioni comunali di Frosinone, dico questo: Fabrizio Cristofari e Michele Marini hanno entrambi le loro ragioni, ma devono provare a chiarirsi una volta per tutte. Nella consapevolezza che nessuno dei due potrà essere l'elemento di sintesi per il Partito Democratico nel capoluogo. Potranno avere altri ruoli però».