«Sarò un "visionario", ma resto convintoche Michele Marini e Fabrizio Cristofari debbano cercare un punto di intesa». Simone Costanzo, segretario provinciale del Partito Democratico, va controcorrente. Spiega: «Le analisi del voto vanno tutte bene e le critiche anche. Però dobbiamo pure porci nell'ottica del partito. Non è che possiamo distruggere tutto».

Argomenta Costanzo: «Nessuno intende nascondere la sconfitta di Frosinone, ma vale la pena ripartire. In tanti dicono che la federazione provinciale non può chiamarsi fuori e che la lunga serie di sconfitte testimonia che i livelli locali non hanno responsabilità? Trovare "capri espiatori" non serve a nulla, così come non servono a nulla le discussioni sterili sui tempi e sui modi. Quando sento parlare dell'opzione di un congresso straordinario, mi permetto di ricordare che si è deciso di andare avanti senza questo tipo di opzione. Organizzeremo una conferenza programmatica in autunno e in quella sede valuteremo la costituzione di un ufficio politico provinciale, peraltro già votato all'unanimità. In quella sede si potrebbero discutere e condividere le varie scelte strategiche. Ho proposto un impianto unitario e condiviso, anche e soprattutto alla luce del fatto che in direzione abbiamo votato quasi sempre all'unanimità».

Ma all'orizzonte c'è la possibilità che Simone Costanzo vari una sorta di "segreteria del segretario"? Risponde Costanzo: «Sì, esiste. Come sempre ho fatto mi confronterò su questo tipo di possibilità. Teniamo presente, comunque, che i prossimi mesi saranno decisivi, perché ci separano dalle elezioni politiche e regionali. Nella relazione ho ribadito che dobbiamo affrontare insieme queste sfide, rilanciando l'azione politica circolo per circolo, iscritto per iscritto, tema per tema, con grande spirito di servizio. E che altre soluzioni, come un congresso straordinario provinciale, finirebbero solo per sfibrare ulteriormente il tessuto dei nostri militanti, già abbondantemente "sazi" di conte e di divisioni».