Nella forma non pone l'ultimatum al Pd. Non dice: «O Michele Marini o il sottoscritto». Ma nella sostanza l'attacco di Fabrizio Cristofari all'ex sindaco è di quelli destinati a lasciare il segno. Impossibile tornare indietro. L'intervista rilasciata a Ciociaria Oggi da Michele Marini ha scoperchiato il pentolone dei malumori che pure hanno serpeggiato negli ultimi sette mesi.

Cristofari non ci sta e non intende passare sopra al giudizio circa l'inadeguatezza politica a guidare una coalizione che ha perso al primo turno. Attacco a Marini Inizia l'analisi politica alla lontana Fabrizio Cristofari. E dice: «In un momento in cui il vento politico soffia dalla parte del centrodestra è necessario serrare le file: il centrosinistra deve unirsi, guardare con attenzione alle esperienze civiche e agire in un quadro delineato, per esempio, dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Per il resto ho letto molte analisi politiche, alcune delle quali fatte propriamente, altre impropriamente».

Quindi il riferimento all'intervento di Michele Marini nel corso dell'assemblea della direzione provinciale dei Dem. Ha spiegato Cristofari: «Sfortunatamente sono andato via per un impegno già preso e poi ho saputo dell'intervento dell'ex sindaco. Credo che esistano dei limiti e penso anche che non si debba mai coniugare il declino politico con quello dei rapporti personali. Sono inclusivo per natura e mi piacciono le analisi alla luce del sole. Tutto lascia supporre che l'ex sindaco in campagna elettorale possa aver sostenuto alcuni candidati di Alternativa Popolare, formazione che ha appoggiato Nicola Ottaviani e che ora esprime un assessore pur senza consigliere».

Ha aggiunto: «Sul fatto che sarei stato un candidato sindaco inadeguato politicamente, non so. Altri hanno svolto in maniera adeguata il ruolo di capogruppo del Pd per cinque anni? Oppure ancora in campagna elettorale hanno ottenuto risultati brillanti? Perché delle due l'una: o si sono disimpegnati oppure, pur impegnandosi, non hanno raggiunto i risultati sperati».

Il messaggio al Pd

Poi la stoccata: «Nei Paesi sotto l'influenza sovietica alle riunioni politiche c'erano i cosiddetti agenti "provocatori" o "destabilizzatori". Per quanto riguarda la lista del Pd, il punto è semplice: per sei mesi abbiamo inseguito l'ex sindaco, che poi ha fatto altre scelte. E adesso pretende di venire a farci la predica? Beh, è troppo. Credo che questo sia offensivo politicamente per chi si è candidato, battendosi fino all'ultimo. Una cosa però deve essere chiara: la lista civica che fa riferimento al sottoscritto è interessata al campo progressista di centrosinistra, ma si terrà lontana da contesti che accolgono ancora persone che pensano di fare e disfare a loro piacimento. Questo è un problema che si pone anche e soprattutto per il Pd, che non interviene. Non dico di espellere qualcuno dal partito (non mi permetterei mai), faccio notare però che l'azione politica di Michele Marini non ci ha consentito di fare un accordo con Alternativa Popolare. Non solo: alcuni non si sono candidati dopo aver preso atto che non si sarebbe impegnato con il Pd in campagna elettorale. Adesso vuole restare nel Pd perché altrove non gli hanno spalancato le porte? Beh, va bene tutto, ma bisogna dire le cose come stanno. E il punto è che lui ha non ha sostenuto il centrosinistra in campagna elettorale».

Argomenta poi Fabrizio Cristofari: «A livello di circolo cittadino la strada intrapresa (conferenza programmatica) può andare bene, a patto che si arrivi ad un congresso vero e serio. Il senatore Francesco Scalia ha detto che adesso il sottoscritto e Marini sono sull'uno a uno e bisogna ripartire? Va bene. Ma c'è una differenza: nel 2012, al primo turno, sostenni Domenico Marzi (comunque candidato di una coalizione di centrosinistra) alla luce del sole. E poi al ballottaggio appoggiai fortemente Michele Marini. Inoltre, il problema non è che non mi abbia appoggiato, ma i comportamenti politici tenuti. Chiedo chiarezza, a tutti. In primis al partito. Certamente non mi ferma la sconfitta di un mese fa, con me ci sono tante persone che hanno ottenuto migliaia di voti. E se non verrà fatta chiarezza fino in fondo, queste persone non staranno certamente nel campo dei progressisti». Un messaggio politico chiaro, anche in vista delle ormai prossime elezioni parlamentari e regionali.

L'opposizione in Consiglio

Relativamente alla consiliatura appena iniziata, Fabrizio Cristofari ha detto: «Svolgeremo in modo determinato e attento il ruolo dell'opposizione. Al sindaco Ottaviani e al presidente del consiglio comunale Piacentini abbiamo chiesto una seduta per parlare di temi come l'aumento della Tari, della riconversione del sito ex Permaflex, del Parco urbano al Matusa, dell'urbanistica. Ci è stata data risposta negativa a termini di statuto. Credo che questo evidenzi una scarsa disponibilità al confronto, una mancanza assoluta di apertura all'opposizione. Noi siamo per il dialogo e per la trasparenza. Non rinunceremo ai nostri spazi di agibilità politica. Per quanto riguarda la prossima seduta consiliare, stiamo studiando con attenzione le delibere riguardanti le tematiche del bilancio: diremo la nostra e sicuramente non ci faremo abbagliare politicamente dall'ordine del giorno sulle commissioni. Infine, chiederemo l'intitolazione di una piazza alla memoria di Ettore Ferrara».

L'ultima sfida

Pensiero finale dedicato ancora una volta a Michele Marini. Ha rilevato Cristofari: «Le primarie aperte potrebbero essere un ottimo metodo per la scelta del prossimo segretario cittadino del Partito Democratico. Un duello tra il sottoscritto e Marini? Sarebbe suggestivo, ma non è questo il tema all'ordine del giorno. Lo ripeto ancora una volta: esigo chiarezza. La realtà dei fatti è che per sei mesi l'ex sindaco non ha sciolto le riserve e in questo modo non ha consentito al centrosinistra e al Pd di fare scelte importanti nel periodo più delicato».