«Non è interesse del Partito Democratico decidere candidature a tavolino: tutti i migliori saranno in pista e chi vuol mettere in atto il rinnovamento deve dimostrarlo vincendo sul campo». Parola di Claudio Mancini, membro della Direzione nazionale del Pd, in Ciociaria per la tre giorni che da domani si aprirà a Fiuggi, in occasione della V Festa nazionale della rivista Left Wing fondata da Matteo Orfini. Nessuna investitura calata dall'alto, tanto meno da Roma che, nel caso della Camera dei Deputati, non dovrà imporre un candidato nazionale: il capolista nelle province di Frosinone e Latina dovrà rappresentare i territori, ciociaro e pontino. Per la Pisana nessun dubbio sulla riconferma di Mauro Buschini: è stato l'unico consigliere regionale diventato assessore. Sullo stato di salute del Pd, il male è curabile: basta virare a sinistra e far capire che il partito si apre a pezzi di società ma non imbarca ceto politico del centrodestra.

Uno degli spunti nella festa di Fiuggi è "Che fare?" La risposta è "Un grande Pd". Mi permetta di farle notare che, nella nostra provincia, dopo Cassino, avete perso anche a Frosinone. Ci dica la verità: di che male soffrono i Dem?
«Grande Pd vuol dire un Partito Democratico che ha l'obiettivo di arrivare primo e ottenere l'incarico per il suo segretario, con la speranza di raggiungere il 40% per governare da solo. Vuol dire aprirsi a personalità e forze che vanno oltre il suo attuale perimetro. Questo lo faremo mantenendo il profilo di soggetto politico. Sora, Cassino e Frosinone non sono casi isolati nel Lazio: abbiamo perso a Rieti, Guidonia, Ardea, Tarquinia, Ladispoli dopo la sconfitta dello scorso anno a Roma, Marino e Genzano. Secondo me questo deriva dal fatto che siamo forza di governo e quando c'è il ballottaggio tutti si uniscono contro di noi».

Che fase si apre adesso per il Partito Democratico? Quella del rinnovamento, a cominciare dalle prossime elezioni regionali e politiche?
«Noi abbiamo un'esperienza di governo della Regione che riproponiamo con Nicola Zingaretti. Partiamo, quindi, con la squadra uscente e nella provincia di Frosinone con la ricandidatura di Mauro Buschini, che è tra i migliori assessori della giunta, sicuramente quello con più forza politica. Ritengo debba essere capolista in Ciociaria e credo chela lista del Pd debba essere aperta a tutti indistintamente».

Sabato sarete a Fiuggi che, in provincia di Frosinone, è diventato emblema di due grandi problemi: la crisi economica e l'emergenza profughi. Si riparte da...?
«Essendo stato assessore regionale al Turismo, so bene quanto la città oggi sia sottovalutata rispetto alle sue potenzialità. La crisi è più generale e ha visto Fiuggi caratterizzarsi troppo per l'abbassamento dei prezzi, pur di prendere il turista di passaggio tra Roma e Pompei. A mio avviso il problema è scegliere un posizionamento di qualità un po' più alto. Certo i fasti del termalismo di un tempo non torneranno mai più».

Ai colleghi del Pd di Frosinone, che da separati in casa invocano una linea politica unitaria, che consiglio si sente di dare?
«In generale diffido di dirigenti che parlano male del nostro partito: credo che a volte ci sia una propensione degli stessi attori ad esagerare il livello delle divisioni. Noi abbiamo creato il Pd venendo da esperienze e tradizioni diverse. È chiaro che il processo di fusione di quelle storie ha creato una situazione di continua fibrillazione. Credo sia stato un errore pensare che ci si potesse aprire massicciamente a forze collocate altrove, nel centrodestra. Uno sbaglio che si è fatto anche in provincia di Frosinone».

E a proposito di candidature: qual è l'errore che qui non si dovrà commettere?
«Rispetteremo le regole dello statuto del Pd: il limite fissato è di 15 anni di presenza in Parlamento. In Ciociaria il problema non c'è. Sulle liste penso che il partito debba essere ben insediato nell'elettorato di centrosinistra e rappresentato da candidati che hanno una storia chiara. Nel centrosinistra».

Di Buschini ha già parlato. Ma qui abbiamo due senatori uscenti, Francesco Scalia e Maria Spilabotte; un parlamentare che si chiama Nazzareno Pilozzi e il consigliere regionale Marino Fardelli. Che si fa?
«Io sono favorevole alla candidatura di personalità che abbiano già avuto ruoli nel centrosinistra, come De Angelis e Scalia. Però non sarà nostro interesse decidere a tavolino il quadro degli eletti. Con il sistema proporzionale conta il risultato: tutti quelli che hanno forza devono correre. In provincia di Frosinone e Latina c'è il rischio di non avere eletti oltre il capolista alla Camera: il Pd non può non esprimere una rappresentanza parlamentare in queste due province. Quindi, non ci devono essere esponenti nazionali paracadutati su questi collegi: il posto in prima fila spetta a ciociari e pontini».