Con una buona dose di coraggio, e forse un pizzico di incoscienza, ha deciso di presentarsi alle elezioni amministrative da candidato sindaco. Senza allearsi, al fianco soltanto della sua lista civica "Frosinone in Comune", dove ha riunito anche i rappresentanti dei partiti di sinistra alternativi al Pd e tante "facce nuove". Il risultato è stato ottimo, con un bottino di 1.297 voti, il 4,86%. Ora Stefano Pizzutelli siede in Consiglio comunale e tutti si sono accorti di Frosinone in Comune. Abbiamo parlato con lui.

Pizzutelli, come ci siete riusciti?
«Ci siamo riusciti perché i candidati erano forti. Persone che godono di stima, infatti c'è stata uniformità tra il voto di lista e il voto al candidato sindaco. Che io ricordi, dal ‘98 nessuna lista civica era mai entrata in Consiglio comunale senza stare in una coalizione. Inoltre non mi pare ce l'abbia mai fatta una formazione civica a sinistra del Pd».

Frosinone in Comune è quindi a tutti gli effetti la lista alternativa al Pd o ha un'identità propria? E visto il successo, che futuro ha?
«È nato proprio come uno schieramento a sé stante, la nostra identità l'abbiamo rivendicata da subito, anche perché molti esponenti non avevano un trascorso politico né partitico. Certo però siamo aperti nei confronti di certi partiti della sinistra, che si sono interessati spontaneamente a noi. Ora andremo avanti, la lista avrà un futuro. Abbiamo già sentito rappresentanti di liste civiche simili alla nostra della provincia, perché bisogna fare rete».

Ora il sindaco parla dei Piloni e del Parco Cosa, su cui era scettico. Sono i vostri temi.
«Sì. Sono cose di cui dovremo assolutamente discutere. Il Parco Cosa può fare molto bene alla città, noi lo vediamo come un grande polmone e luogo di ritrovo. Certo è un progetto difficile da realizzare, e la Regione su questo dovrà fare il suo, si spera. Riqualificare i Piloni è imprescindibile, anche per questioni di sicurezza».

L'urbanistica per voi è centrale. Nicola Ottaviani ne ha assunto la delega.
«Trovo sia stato un errore. Un ambito così importante non può essere responsabilità del sindaco, che chiaramente non potrà dedicarvisi a tempo pieno. Poi specialmente in questo momento, senza il dirigente preposto (fa riferimento al licenziamento di Acanfora)... Tra l'altro non penso che questa consiliatura durerà cinque anni, essendoci le elezioni regionali e le politiche l'anno prossimo, e male che vada l'altro voto nazionale nel 2023. Sappiamo quanto Nicola Ottaviani sia ambizioso».

E un tecnico al bilancio, che è il tuo campo, come lo vedi?
«Condivido la riconferma di Riccardo Mastrangeli. Ha già lavorato su questo, ha un programma e conosce i dirigenti. Credo che la strada del predissesto con un piano di rientro sia stata l'opzione più ragionevole».