L’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli ha preso carta e penna ed ha inviato al numero uno di palazzo Jacobucci Pompeo, ai consiglieri, al segretario generale, al dirigente del settore tributi e ai revisori dei conti dell’ente una lettera di contestazione.

"Spero che questa volta chi ha il potere di farlo fermi questa procedura per evitare ulteriori danni - dice - Non intendo comunque fermarmi qui e, se tale procedura non sarà bloccata, spedirò tutto alle autorità competenti, sia alla Corte dei Conti sia alla Procura della Repubblica".

Nella missiva, che segue quella del febbraio dello scorso anno, Iannarilli, tra l’altro, scrive: "L’amministrazione non ha diritto al pagamento del canone che si è irrimediabilmente prescritto per l’anno 2010 poiché non è intervenuta una valida interruzione del decorso del termine. Infatti nella premessa dell’atto che avete recapitato è indicato un falso presupposto in virtù del quale affermate che risulta il mancato pagamento. È vero da una parte che il Consiglio ebbe a sospendere il pagamento per l’annualità 2010 ma è falso che ciò sia avvenuto fino all’interruzione della prescrizione. È al contrario, vero che alla deliberazione numero 3 del 18 marzo 2010 del Consiglio Provinciale, in cui venne disposta la sospensione del canone per il 2010, non è mai seguita nessuna pari deliberazione del Consiglio stesso che abbia revocato detta sospensione. Sul punto non va confusa, infatti, la sospensione attuata dall’Assise per il canone dell’anno 2010 con l’esenzione stabilita per gli anni successivi a mezzo modifica del regolamento. Va inoltre considerato che ai sensi dell’articolo 23 del nuovo Statuto la potestà regolamentare dell’Ente è ancora in mano al Consiglio. Inoltre l’articolo 107 del Tuel prevede che non sia competenza di un dirigente o di un funzionario esercitare i poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo che spettano, come è ovvio, agli organi di governo".