Il nuovo sport preferito dalle comitive di giovani e meno giovani sembra attingere dal film “Amici miei”. Come nella pellicola di Ugo Tognazzi, i gruppetti si accomodano nei migliori ristoranti del centro e nelle trattorie tipiche, ordinano pranzetti luculliani e cenette dalle più svariate portate e poi si alzano, magari per fumare una sigaretta, e se la danno a gambe levate. Solo a fine servizio, o a fine serata i proprietari dei locali e i camerieri si rendono conto di quanto accaduto. E molti restano senza parole. Qualcuno denuncia, altri invece ci passano sopra e cercano di fare più attenzione ai clienti che non conoscono.

«Un gesto assurdo che non ci spieghiamo – ha dichiarato il proprietario di un noto locale del centro – Noi lavoriamo da più di vent’anni. Di persone strane ce ne sono passate tra questi tavoli, qualcuno addirittura ci ha chiesto a fine pasto di poter lavare i piatti per saldare il dovuto. A volte per una trentina di euro lasciamo correre, certo quando si tratta di una tavolata di sei sette persone il conto sale e la situazione cambia». A fare la parte dei protagonisti il più delle volte sono giovani che organizzano la bravata per farsi due risate e non per reale necessità. Ma non mancano anche mamme con figli piccoli che mangiano e scappano, italiani non stranieri. Un fenomeno un tempo tipico dei ristoranti delle località turistiche che vede ora presi di mira locali di città più piccole dove i gestori non sono avvezzi e quindi sono facilmente raggirabili.

Uno dei diversivi degli esperti del ‘mangia e scappa’ è lasciare qualche oggetto sul tavolo, per lasciare intendere al personale di sala che presto, magari dopo una sigaretta fumata fuori, si rientrerà. Ma il pacco di bionde resta sul tavolo e il commensale sparisce. Ci sono altre tipologie: i turisti che sfruttano il fatto di essere tali, sanno che difficilmente verranno riconosciuti, decidono di alzarsi prima dell’arrivo del conto e fuggire con eleganza; le comitive e i grandi gruppi, distraggono il cameriere con un semplice “paga quello seduto in fondo alla tavolata” e nel frattempo in massa pian piano si allontanano dal ristorante; i fedeli, che imperterriti dopo esserci riusciti una prima volta senza alcuna ripercussione, ci riprovano ancora e ancora. Anche quando questi commensali furbetti vengono colti in flagrante, proprietari e camerieri possono fare poco.

Come ha spiegato un avvocato del foro di Cassino: «Non è possibile trattenere il cliente contro la sua volontà, perché si andrebbe incontro al reato di sequestro di persona. Bisogna aspettare le forze dell'ordine, il ristoratore non può neanche chiedere i documenti a chi non paga, spetta al pubblico ufficiale». Non resta che tenere gli occhi aperti e vigilare tra i tavoli, magari tenendo lo sguardo puntato sulla porta d’uscita.

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