Il ciclo di demolizioni, frutto del protocollo d’intesa firmato tra Procura e Comuni, a Frosinone potrebbe iniziare con un nome che non passa inosservato. In cima alla lista dei manufatti abusivi da abbattere, infatti, c’è la villa di via Castagnola Vecchia, con annessa anche una piccola piscina, di proprietà della famiglia Di Silvio. Lo stesso immobile che nei giorni scorsi è stato confiscato, insieme ad altri beni, nell’ambito delle misure di prevenzione adottate nei confronti di Pasquale Di Silvio e della moglie Italia Del Prete.

La demolizione, in questo senso, avrebbe un duplice e importante significato nella lotta all’illegalità: contro il cemento selvaggio ma anche contro il crimine organizzato delle famiglie di etnia rom che fanno affari illeciti anche in provincia di Frosinone. Nelle settimane scorse la giunta comunale ha approvato la valutazione tecnica per l’abbattimento della villa abusiva. Un atto, adottato anche per altri immobili abusivi, propedeutico all’affidamento dei lavori e quindi all’entrata in azione delle ruspe. Stando ai calcoli effettuati dall’ufficio tecnico, per buttare giù l’immobile occorrono 41.633 euro.

La villa, ampia 140 metri quadrati e dallo stile sfarzoso, è diventata uno dei simboli del lusso sfrenato che i Di Silvio potevano permettersi nonostante risultassero non abbienti per l’Agenzia delle Entrate. L’immobile venne sequestrato la prima volta nel 2011 perché totalmente abusiva. I sigilli vennero più volte rimossi, tanto che i carabinieri in un’occasione arrivarono ad arrestare sette persone. Ma dietro quella villa si nascondevano anche i lauti profitti che i Di Silvio, insieme ai Casamonica di Roma, hanno guadagnato per anni grazie al traffico e allo spaccio di droga. Affari illeciti che sono finiti nel mirino di un’inchiesta dei carabinieri coordinata dalla Dda di Roma e dalla Procura di Roma.

I militari dell’Arma del nucleo investigativo di Frosinone agli ordini del capitano Antonio Lombardi si sono occupati anche degli accertamenti patrimoniali che hanno consentito di sequestrare e poi confiscare beni - immobili di pregio, auto di grossa cilindrata, gioielli - per un valore di oltre un milione di euro. Tra questi anche la villa di via Castagnola Vecchia che ora, dopo la confisca, sarà abbattuta sotto i colpi delle ruspe per abusivismo edilizio. Le ordinanze di demolizione erano state già emesse, e ovviamente non ottemperate, in passato. Oggi, però, c’è un fattore nuovo che induce a ritenere che questa volta le ruspe verranno accese davvero. Istituzioni e autorità hanno deciso di fare sul serio, almeno a giudicare dal protocollo d’intesa firmato nel giugno scorso dalla Procura di Frosinone e i Comuni ciociari.

Un accordo finalizzato a imprimere un giro di vite contro il cemento illegale dando in particolare un’accelerazione alle pratiche di demolizione che giacciono da tempo, troppo tempo, nei cassetti dei Comuni a causa delle lungaggini burocratiche e della carenza di risorse finanziarie. Ostacoli che dovrebbero essere superati grazie al protocollo d’intesa, che vede anche l’appoggio tecnico-finanziario della Regione Lazio.