“La Asl di Frosinone da modello innovativo al commissariamento”. Già il tema scelto dal Coordinamento provinciale della sanità era indicativo. Poi Francesco Notarcola e Giovanni Magnante hanno affondato il colpo, sottolineando che «l’offerta sanitaria si è oggettivamente impoverita». Magnante è stato subito chiaro: «Il direttore generale è stato bocciato dalla Regione e si è nominato un commissario, ma la sostanza non cambia perché il fallimento è delle politiche regionali». E ancora: «I sindaci hanno espresso un parere politico negativo sull’operato della Mastrobuono, ma si sono fermati lì. Non presentando alcuna proposta».

Ma è stato Francesco Notarcola a sciorinare numeri che «dimostrano l’arretramento». Argomentando: «Ho partecipato alla recente riunione dei medici ospedalieri e sono rimasto allibito. Con lo spostamento del Centro prelievi da viale Mazzini a via Fabi si sono registrati 100 prelievi in meno al giorno. Anche sul versante della riabilitazione post-acuzie i passi indietro sono evidenti. Per non parlare dell’ambulatorio Tao. Per restare all’ospedale di Frosinone, la situazione è anche questa. Al laboratorio analisi servirebbero 4 tecnici e 2 dirigenti, da pediatria nell’ultimo anno sono partite 7 lettere alla direzione generale, tutte senza risposta. Ad ostetricia mancano medici ed infermieri, al punto che l’intenzione sarebbe quella di chiedere la chiusura della Casa della maternità di Alatri, appena aperta. A chirurgia ci sono 200 pazienti in lista di attesa. Fino a pochi anni fa si effettuavano dai 50 ai 70 interventi al mese, adesso appena 30. Ad oculistica c’è 1 posto letto. Ad ortopedia fino a poco tempo fa c’erano 6 sale operatorie, ora 3. E per una frattura al femore si può aspettare anche fino a 15 giorni. Teniamo presente pure che si effettuano 60 interventi di protesi al mese a Frosinone.

Qualche anno fa, soltanto ad Alatri, si era a quota 150. Inoltre, i medici di ortopedia hanno fatto presente che l’80% dei casi riconducibili alla traumatologia necessiterebbe di operazioni giornaliere. Il reparto di urologia avrebbe bisogno di un “flussometro” e il 50-60% dei posti letto spesso viene utilizzato per i pazienti del Pronto soccorso. Teniamo presente che mercoledì entrerà in vigore la direttiva europea sull’orario di lavoro e gli effetti si sentiranno ulteriormente sull’organizzazione operativa.

Gli ospedali di Frosinone e Sora dovevano costituire il fiore all’occhiello, scelte sbagliate li stanno trasformando in infermerie precarie. Nessuno si muove: non i consiglieri regionali, non i sindaci. Noi come Coordinamento continuiamo ad auspicare un confronto: sia con il commissario che con i sindaci, i quali hanno un compito importante. Anzi, fondamentale». Giovanni Magnante ha notato: «La situazione alla Asl è nota: fra l’altro c’è un ricorso dell’ex manager, con una contestuale richiesta di sospensiva. Voglio dire che quindi potrebbero esserci ulteriori colpi di scena. Per il resto, che dire? Fino a pochi mesi fa l’operato della Mastrobuono era definito ottimo, al punto di proporla per guidare lo Spallanzani. Questo per dire che a nostro giudizio alla fine è sempre la Regione a dare le indicazioni.

Il punto vero è che sindaci e consiglieri regionali sembrano non rendersi conto di quello che succede». I medici ospedalieri hanno messo nero su bianco le richieste al commissario Macchitella: dal rispetto del contratto alla governance della direzione sanitaria dei presidi ospedalieri in materia di gestione del personale e di carichi di lavoro, dall’azzeramento degli obiettivi di budget alle carenze in organico