Taglieggiati all’uscita di scuola. Mentre raggiungono i pullman per far ritorno a casa. La scena è sempre la stessa: gli studenti delle scuole medie superiori - a volte anche di quelle inferiori - di Cassino vengono raggiunti da due o tre ragazzi poco più grandi di loro che con metodi coercitivi fanno aprire gli zaini, svuotando cartelle, portafogli e marsupi. Poi si allontanano minacciando le loro vittime di passare alle maniere forti se dovessero mai aprire bocca sull’accaduto. Così, per lungo tempo, i baby taglieggiatori hanno continuano indisturbati a pretendere dagli studenti di Cassino molto più della merenda. Fin quando alcuni genitori preoccupati ne sono venuti a conoscenza, aprendo un vaso di Pandora.

Il problema non deve essere sottovalutato: il numero delle (presunte) vittime è salito purtroppo a 12, ma la questione più difficile da affrontare è quella legata alle famiglie che hanno paura di ritorsioni. «Sono rom, non vogliamo avere problemi per i nostri ragazzi. Abbiamo paura che possano diventare ancora più violenti» hanno raccontato alcune mamme che, nonostante il comprensibile disappunto, si sono recate nei locali del Commissariato di Cassino per raccontare questi episodi agli uomini del vice questore Cristina Rapetti che hanno intensificato i già numerosi controlli, proprio fuori all’uscita delle scuole. Ma la questione è seria. E investe tutti i membri dei nuclei familiari coinvolti che devono denunciare.

«La prevenzione parte proprio dalle famiglie. Cassino e il suo hinterland non sono affatto estranei ai problemi di bullismo - ha sottolineato la dottoressa Marisa Del Maestro, psicoterapeuta e coordinatrice delle attività di prevenzione di Exodus - Il disagio affonda spesso le proprie radici in quei contesti familiari dove scarsa è l’attenzione educativa dei genitori oppure dove mancano gli strumenti per accompagnare gli adolescenti nel difficile percorso della loro crescita. Nella nostra ultima indagine 2014, parlando di bullismo, il livello della città martire era equiparabile a quello del Lazio, con stime superiori al 22.8%. Ma ora la media sarà certamente aumentata. Con un test anonimo nelle scuole siamo stati in grado di stabilire che al primo posto tra i nostri studenti si attesta il cyber bullismo, molto più invasivo e feroce di quello che si crede. Purtroppo, però, comportamenti come quelli registrati ora fuori dalle scuole non mancano mai».