Auto date alle fiamme, la verità sui roghi potrebbe essere raccontata dai video dei circuiti di sorveglianza che gli agenti del Commissariato di Cassino stanno vagliando. Quelle immagini, infatti, relative proprio a quanto catturato dalle telecamere installate in due aree (una sembrerebbe in un distributore di benzina che insiste a pochi metri) potrebbero offrire una valida prova alle ipotesi, già ben nutrite, della polizia. Chi ha agito protetto dalle tenebre lo ha fatto per dare al destinatario un messaggio chiaro. E soprattutto concreto.

Ad andare a fuoco nella notte tra giovedì e venerdì sono state due auto intestate a un impiegato di Cassino posteggiate in via Caira. Immediato l’arrivo sul posto degli agenti del Commissariato di Cassino, coordinati dal vice questore Cristina Rapetti. Domate le fiamme dai vigili del fuoco di Cassino, non c’è voluto molto agli agenti a comprendere la vera natura del gesto, visto che i metri che separavano le due auto, una Lancia e una Punto, erano oltre una cinquantina: troppi per un innesco casuale, in grado di colpire prima l’una per poi attaccare (per contiguità) l’altra. Scartata l’ipotesi di un accidentale cortocircuito di uno dei mezzi, di proprietà peraltro della stessa persona, gli investigatori hanno iniziato ad ascoltare le prime persone presenti. Chi è entrato in azione e ha appiccato volutamente le fiamme - per poi dileguarsi - sapeva bene di dover fare i conti con una caccia spietata alla mano colpevole delle fiamme dolose. Di certo ha preso per questo le dovute precauzioni, ma ogni colpevole commette qualche imprecisione. E gli investigatori stanno vagliando con scrupolo ogni dettaglio.

Chiara, ovviamente, la matrice dolosa del gesto dietro il quale - in base a una prima valutazione - potrebbe nascondersi una ritorsione passionale. Un gesto comunque eclatante segnalato subito dai residenti di via Caira che hanno notato il bagliore delle fiamme da dietro le finestre e hanno fatto scattare i controlli. Gli inquirenti, che mantengono un altissimo riserbo sulla questione, oltre all’acquisizione delle immagini di sorveglianza presenti nel tragitto percorso fino all’a b i t azione dell’impiegato, da domani procederanno ad ascoltare tutte le persone vicine alla vittima: amici, parenti, colleghi. Nessuno escluso. Che si tratti di un amore deluso o di qualcosa di molto di più, nessun elemento può essere sottovalutato. E gli agenti della dottoressa Rapetti lo sanno bene.