Niente prescrizione per il processo sul disastro ambientale della Valle del Sacco causato sulla contaminazione da Beta-esaclorocicloesano, il fitofarmaco prodotto dalla Caffaro di Colleferro. Il giudice Coderoni del Tribunale di Velletri nellâudienza del 22 ottobre scorso ha respinto le istanze della difesa. A darne notizia è lâassociazione âRetuvasaâ, che è anche parte civile nel procedimento.
«Questa decisione era auspicabile ma anche piuttosto scontata» scrivono i rappresentanti di Retuvasa. Nella stessa udienza del 22 ottobre, però, è arrivato un altro colpo di scena. I difensori degli imputati hanno presentato una richiesta di incostituzionalità dellâarticola della Legge Cirielli che declassificava in termini di prescrizioni alcuni reati, ma che per i reati contestati agli imputati ne raddoppiava i termini. Una modifica, spiega lâassociazione Retuvasa, «introdotta nel corso degli ultimi passaggi parlamentari, allo scopo di evitare che con la riforma potessero prescriversi alcuni delitti di notevole rilievo sociale quali ad esempio i disastri, quindi anche quello ambientale».
Tornando al processo sul disastro ambientale della Valle del Sacco, i rappresentanti dellâassociazioni ambientalista raccontano che questa ulteriore istanza della difesa «ha gelato lâaula, non tanto per lâammissibilità quanto per lâimprobabile accettazione della stessa, a dimostrazione che si sta in tutti i modi cercando di allungare i tempi per giungere ad una prescrizione per decorrenza dei termini, in vista degli interrogatori degli imputati e della sentenza di primo grado».
Se ne saprà di più nella prossima udienza fissata per il 19 novembre nella quale il giudice si dovrà pronunciare se rigettare la richiesta della difesa oppure rimandare il giudizio di costituzionalità alla Corte Costituzionale. Nellâattesa, lâassociazione si dice fiduciosa: «Câè da dire che lâeccezione sollevata potrebbe fare giurisprudenza, ma a parere dei legali dellâaccusa che possono presentare memoria fino a dieci giorni prima dellâudienza, non sussistono elementi fondanti affinché venga ammessa, e pertanto il processo deve continuare senza ulteriori interruzioni provocatorie fino al primo grado di giudizio».