“Lo avevamo chiesto, l’abbiamo ottenuto. Prendiamo atto di un provvedimento che apre la strada di accesso ai risarcimenti. Ma resta l’urgenza, nazionale e regionale, di una politica per la mitigazione del rischio idrogeologico che preveda, tra le altre, efficaci misure di prevenzione sia per proteggere i 13 milioni di ettari coltivati in Italia, sia per tutelare le comunità residenti nei 6.633 comuni (ovvero l’82% del totale) in cui sono presenti aree a forte rischio”. Così Giuseppe Campione, direttore Coldiretti Frosinone, commenta la firma del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, della dichiarazione dello stato di calamità naturale per l’alluvione che il 14 ottobre scorso colpì duramente Anagni e Paliano oltre a sei comuni della provincia romana. Le piogge causarono l’allagamento di campi coltivati e di aziende agricole, il blocco della viabilità e danni ai fabbricati. “Ora procediamo con la ricognizione e la certificazione dei danni subiti dalle aziende agricole. La verifica è un atto imprescindibile. I nostri tecnici – aggiunge il presidente Coldiretti Frosinone, Vinicio Savone – sono impegnati nei sopralluoghi per accertare le conseguenze della eccezionale ondata di maltempo di ottobre. Invito agricoltori e allevatori che non avessero provveduto alla verifica dei danni a contattarci. Invieremo sul posto i nostri agrotecnici – conclude Savone – per effettuare la ricognizione e stilare il verbale di verifica”. La procedura prevede che le relazioni di accertamento dei danni siano consegnate ai comuni (nella fattispecie Anagni e Paliano) che dovranno poi produrre un elenco delle aziende danneggiate. Una volta completato, l’elenco verrà consegnato in Regione. A riportare i danni più ingenti sono stati i fabbricati di alcuni aziende invasi dal fango tracimato dalle strade vicinali e i campi coltivati a ortaggi e cereali. Oltre agli allagamenti, a causare disagi sono state anche le frane che, in qualche caso, hanno travolto interi uliveti. Tante anche le aziende che dovranno ripetere la semina. “È fondamentale la certificazione. Per accedere agli indennizzi – conclude Campione – è necessario rientrare negli elenchi che i comuni, conclusa la ricognizione, invieranno alla Regione”. Sarà poi la Regione stessa a liquidare gli indennizzi con fondi del del proprio bilancio o con risorse stanziate nel prossimo Psr.