A mensa si mangia poco e si spreca cibo inutilmente. I bambini tornano a casa affamati mentre chili di prodotti finiscono quotidianamente nei secchi della spazzatura. Protestano i genitori di una scuola materna alla periferia del paese. A far scoppiare la polemica è il piatto unico del lunedì. Gli alunni seduti a mensa sono costretti a mangiare solo un primo accompagnato dalla verdura che non a tutti piace. Così ripiegano sul pane e sulla merenda pomeridiana (spesso un panino o biscotti portati da casa).

Troppo misere le quantità di cibo, un giro scodella di fusilli al ragù (da cercare con il lanternino) accompagnato da un po’ di insalata o di verdura di stagione non soddisfa le esigenze alimentari dei più piccoli. Assolutamente vietato, invece, chiedere il ‘bis’. I chili di pasta sono contati e la pentola resta sempre vuota dopo un primo giro.

«A casa sono abituati a mangiare in quantità e in qualità - riferisce qualche genitore - non è possibile che all’asilo vengano messi forzatamente a stecchetto solo perché lo ha imposto la Asl. Quando poi tornano da scuola hanno sempre fame. Che cosa la paghiamo a fare la mensa?». Il menù, sebbene autorizzato dall’azienda sanitaria locale e approvato da nutrizionisti, non piace e tante sono le famiglie che chiedono di prendere in considerazione i gusti dei bambini.

«Non si tratta di cucinare venti piatti al giorno - suggerisce una mamma - ma di valutare bene cosa può piacere o meno agli alunni. Se la verdura finisce tutta nel secchio della spazzatura, un motivo ci sarà. O bisogna cambiare metodo di cottura (due foglie di insalate o una forchettata di spinaci senza condimento non invogliano certo i bambini) oppure sostituire quel tipo di cibo. Non vogliamo figli grassi ma nemmeno ‘morti di fame’».

Pasta scotta, ragù inesistente, verdure immangiabili, porzioni ridotte all’osso indignano i genitori che sono pronti a chiedere controlli. Discorso a parte merita poi la qualità dei prodotti. Del resto, se si vuole abbattere il costo dei ticket a qualcosa bisognerà pur rinunciare. Ma a fronte delle proteste dei genitori, il Comune di Boville dovrà prendere al più presto provvedimenti.