C’erano le maglie e le felpe delle squadre di calcio del momento, ma anche divise storiche. Dal Verona dello storico scudetto alla Roma anni Ottanta, passando per la Lazio e club inglesi come il Chelsea e il West Ham. Una ricca offerta, anche su internet, di prodotti e gadget sportivi, ma anche di prodotti di abbigliamento. Tutti rigorosamente contraffatti.
La Guardia di finanza di Roma, con l’operazione “Febbre a 90”, ha stroncato un’organizzazione specializzata nella commercializzazione di prodotti d’abbigliamento contraffatti. Tre gli indagati, tra i quali anche un imprenditore frusinate.
Per loro l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la fede pubblica. Sequestrati i macchinari per la produzione della merce, i marchi utilizzati per la contraffazione nonché un cospicuo quantitativo di magliette, felpe, tute, cappellini e altri gadget di oggi e di ieri. Il gip del tribunale di Roma ha inoltre autorizzato l’oscuramento dei siti internet e di pagine di social network attraverso i quali i prodotti venivano offerti sul mercato. Un mercato, a quanto accertato dagli investigatori delle Fiamme gialle, piuttosto florido anche in considerazione degli stretti legami tra gli arrestati e le tifoserie organizzate.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, si sono concentrate su quello che definiscono un «articolato network di aziende» impiegate nella produzione degli articoli contraffatti e nella successiva commercializzazione che avveniva attraverso una serie di negozi “su strada”, ma anche sul mondo virtuale del web.
Grazie alle indagini informatiche i finanzieri sono riusciti a individuare le tecniche utilizzate dal terzetto, composto da due imprenditori, un romano e un frusinate, entrambi di 31 anni, e da una donna che li ha coadiuvati nella fase della produzione ma anche nello stringere rapporti commerciali con i clienti. Molti dei quali appartenenti alle frange del tifo organizzato. Fondamentali, infatti, sono stati i contatti avviati tra le diverse tifoserie, ma anche le vetrine online. Gran parte del materiale era comunque destinato ai gruppi organizzati che seguono le squadre di calcio. Ce ne era per tutti i gusti dai cappellini alle divise da gioco, dalle tute ai gadget. Così facendo il gruppo era riuscito a conquistare una sorta di monopolio nella produzione di materiale per il mondo ultras. E proprio in questo ambito è partito il tam tam per pubblicizzare la merce. Un tam tam che dagli spalti degli stadi ben presto si è trasferito su siti internet dedicati dove si scambiavano informazioni e cosnigli per gli acquisti. Gli stessi principali acquirenti del gruppo, presenti in Campania e Veneto si erano dotati di siti internet per rivendere poi la merce comprata dai fornitori. Merce che variava anche di epoca. Si potevano acquistare non solo le maglie delle squadre che oggi vanno per la maggiore, ma anche quelle di ieri, in particolare degli anni Ottanta.
Nel corso delle perquisizioni effettuate dalle Fiamme gialle sono stati recuperati i capi contraffatti, ma anche i macchinari utilizzati per la produzione come i loghi delle principali società di calcio. Il passo successivo è stato l’oscuramento dei siti internet con i quali i prodotti erano venduti in via telematica.