Incidente di caccia sui monti Aurunci, sei denunciati. Tutti per un’ipotesi di caccia abusiva nei parchi naturali, nazionali e regionali. Il ventisettenne, ritenuto responsabile del colpo che ha raggiunto il trentottenne all’addome, anche per lesioni personali colpose aggravate.

I carabinieri della stazione di Esperia, della Compagnia di Pontecorvo, agli ordini del maggiore Fabio Imbratta, hanno approfondito gli accertamenti sull’incidente avvenuto domenica in località Greci, al confine tra Esperia e Sant’Oliva (frazione di Pontecorvo) dove una battuta di caccia al cinghiale si è trasformata in tragedia.

La ricostruzione

Per cause ancora in fase di valutazione da parte del sostituto procuratore Bulgarini Nomi, un operaio di 38 anni di Pontecorvo - a caccia di beccacce con un amico - è stato colpito all’addome da un colpo di carabina vagante. A sparare, come ricostruito dai carabinieri, un ventisettenne di Esperia, impegnato insieme ad altri 5 cacciatori in una battuta al cinghiale. Difficilissime le operazioni di soccorso: per rendere visibile la zona sono stati accesi persino tre fuochi per indirizzare i soccorsi che hanno operato in condizioni durissime. Dopo l’arrivo di un’eliambulanza, con l’intervento anche del Soccorso alpino, il trentottenne è stato trasportato a Latina e sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Resta ricoverato al Goretti in prognosi riservata, ma sembrerebbe fuori pericolo di vita.

Intanto i militari hanno effettuato altri accertamenti: la caccia al cinghiale non sarebbe stata autorizzata, realizzata in un’area boschiva nel parco dei monti Aurunci inibita alla caccia incontrollata. La carabina e le relative munizioni sono state sequestrate. Il ventisettenne, assistito dall’avvocato Ermete Grossi, è stato denunciato oltre che per lesioni personali colpose aggravate anche per caccia abusiva nei parchi nazionali e regionali. Ipotesi contestata anche agli altri 5 cacciatori.