Demolire la diga invitando la Regione a sostenere economicamente il Comune. Queste le richieste che inviano all’amministrazione De Donatis, il presidente dell’associazione ambientalista Verde Liri Loreto Tersigni e il portavoce del M5S, Fabrizio Pintori, tra i più attivi nel contrastare fin dall’inizio il progetto di sbarramento mobile lungo il fiume Liri, realizzato a monte del Ponte Vaughan con il fine di renderne navigabile il tratto urbano.

La notizia

Tersigni e Pintori evidenziano la notizia, «tenuta celata per mesi», che «la Regione Lazio per mezzo della Direzione Regionale Risorse Idriche e Difesa del Suolo ha ordinato al Comune di Sora la demolizione della traversa mobile sul fiume Liri», costruita tra il 2014 e il 2015 confondi europei e comunali per un costo complessivo di circa 500.000 euro e già al centro di un’intensa diatriba tra Regione, Comune e movimenti ed associazioni locali contrarie alla realizzazione.

Poi la magistratura

Ricordano poi che già «nell’estate 2015 la magistratura per iniziativa della Regione Lazio aveva iniziato a indagare per riscontrare eventuali illeciti edilizie anomalie progettuali, giungendo, infine al sequestro». Ma, nonostante tutto, la stessa Regione, «in maniera alquanto discutibile, rilasciava la concessione demaniale, subordinata ad una serie notevole di disposizioni e varianti al progetto al fine di limitarne le problematiche di sicurezza idraulica e compatibilità ambientale».

Il ripensamento

Poi però l’Ardis a dicembre scorso riscontrando importanti carenze e difformità tecniche, ha proceduto alla revoca del provvedimento di nulla-osta, emettendo poi qualche giorno dopo «l’ordinanza di demolizione totale della traversa mobile, motivandola con il fine della tutela del territorio e della pubblica utilità, in ordine a prevedibili eventi di piena ordinaria e straordinaria del fiume Liri», provvedendo a proprie spese quindi, tra l’altro, alla completa demolizione e rimozione sia della struttura di fondazione in conglomerato e cementizio armato sia delle strutture in elevazione.

Violazioni plurime

Alle controdeduzioni del Comune, il 30 marzo, l’Agenzia Regionale ha replicato evidenziando che «il Comune di Sora destinatario di un provvedimento di concessione, è incorso in plurime violazioni che contrastano con i doveri principali imposti in capo al concessionario» risultando peraltro »inosservante ed inottemperante alle disposizioni date a tutela della privata e pubblica incolumità».

Sicurezza e pericolo di piena

Insomma dai documenti sembra emergere che il Comune di Sora non avrebbe eseguito le opere aggiuntive richieste dalla Regione Lazio necessarie per garantire una migliore sicurezza della diga ed evitare che le ondate di piena possano coinvolgere il territorio circostante. «Con quanto sta emergendo si confermano così molte delle obiezioni avanzate dagli scriventi, con numerose lettere, manifestazioni, esposti alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti, interrogazioni regionali e parlamentari».

Il tribunale delle acque

«I due ricordano che la precedente amministrazione comunale, nonostante l’ormai esplicita bocciatura del progetto da parte dell’Ardis, decise di presentare ricorso al Tribunale delle Acque e per questo auspicano che venga confermato quanto deciso dagli organi tecnici regionali competenti sulla materia.

Richiesta di demolizione

Infine, “poiché la traversa mobile è stata criticata anche dai componenti dell'attuale Amministrazione”, invitano l’esecutivo De Donatis a fissare un crono-programma per la demolizione in sintonia con la Regione, nella speranza che questo ente possa intervenire economicamente «per supportare l’incresciosa incombenza procurata da un progetto del quale la città non aveva alcun bisogno».