È un progetto che non convince il sindaco Ottaviani. Dura, infatti, è la presa di posizione del primo cittadino sulla centrale a biomasse che dovrebbe essere realizzata nella zona aeroporto da parte di un’impresa privata. La società ha incassato un primo, seppur parziale, punta a favore. Il Tar, infatti, alla quale l’azienda si era rivolta dopo l’ordinanza di stop, non ha assunto decisioni perché. Il divieto, hanno stabilito i giudici amministrativi, è scaduto. Tutto, quindi, potrebbe riprendere quota.

«Ancora una volta - spiega Nicola Ottaviani - mi sembra opportuno e necessario fare chiarezza sulla tematica che viene riportata in questi giorni all’attenzione della cronaca della carta stampata e dei media e in generale. Fino a quando i cittadini di Frosinone intenderanno delegarmi alla guida del capoluogo, non ci saranno spazi di manovra per furbate o per scorciatoie in materia di ambiente e salute. L’adozione del provvedimento da parte del mio ufficio, con cui veniva posto il blocco della costruzione della centrale a biomasse, è stata effettuata in via d’urgenza, proprio perché era necessario verificare la legittimità dell’intero procedimento, che ha ricevuto una frettolosa valutazione da parte degli enti sovraordinati, come Regione, Provincia, Arpa e Asl».

Era evidente, dunque, che il provvedimento del sindaco avesse, per sua natura, una efficacia limitata nel tempo e, quindi, «ora è opportuno rivedere, anche in autotutela, tutto il procedimento che ha generato, tra i vari enti, l’ipotesi di autorizzazione dell’impianto. Non si vogliono alimentare i pregiudizi e neppure portare avanti le crociate contro i mulini a vento – ha aggiunto il primo cittadino - Certamente, però, in un momento di vera e propria emergenza ambientale, non si possono affrontare tematiche così serie senza partire dal presupposto che i PM 10 e i PM 2,5 devono essere attenuati e non aumentati neppure di una molecola. La conformazione del nostro territorio e, soprattutto, l’assenza di correnti aeree, che determina il ristagno dell’aria e dei fattori maggiormente inquinanti, hanno portato la nostra amministrazione ad osservare alcuni tra i protocolli più rigidi in Italia, come l’introduzione del nuovo trasporto pubblico locale completamente a basso impatto, giungendo addirittura a limitare l’uso dei camini a legna, come indicato dal Piano regionale sulla qualità dell’aria. In assenza di evidenze scientifiche e di accertamenti approfonditi di natura epidemiologica ed ambientale, non posso condividere la disinvoltura con cui si vorrebbe impiantare, da noi, una centrale a biomasse, facendola passare addirittura come l’unica panacea possibile per la tutela della salute collettiva».

Con ogni probabilità, quindi, ci sarà una nuova conferenza dei servizi per stoppare definitivamente il progetto.