L’ondata di immigrati che sbarca sulle coste italiane sembra non avere sosta. Tanto che ieri il ministero dell’Interno ha comunicato alla prefettura di Frosinone l’imminente arrivo di altri novanta richiedenti asilo. Al momento non ci sono strutture per ospitarli, tanto che rischiano di rimanere a bordo degli autobus con cui arriveranno.

Nel frattempo la situazione in Ciociaria sta diventato esplosiva anche per via del fatto che le cooperative che ospitano coloro che fuggono dai Paesi africani non vengono pagate da mesi. Stanno anticipando il denaro di tasca propria e chiedono lo sblocco delle provvidenze governative. Intanto la sortita del sindaco di Giuliano di Roma, che ha ordinato lo sgombero della struttura che ospita ventisei giovani africani, genera reazioni a tutti i livelli.

Il Pd lo difende, il prefetto lo bacchetta perché ritiene poco corretta l’azione messa in atto dal primo cittadino senza un confronto preventivo per trovare una soluzione. L’associazione che gestisce i profughi promette battaglia legale. E assicura che si opporrà con ogni mezzo allo sgombero coatto.

Le prefetture, coordinate dal Viminale, stanno sostenendo il massimo sforzo possibile per venire incontro alle esigenze dei migranti, ma dal ministero dell’Economia arrivano sempre meno risorse. Anche alcune cooperative che operano nel Frusinate, a tutt’oggi, devono ricevere decine di migliaia di euro dalla committenza statale. Tant’è che stanno sollecitando, quasi ogni settimana, il pagamento dei crediti a proprio favore. E pur di andare avanti nella loro opera sono costrette ai proverbiali salti mortali per erogare i servizi previsti dalle varie convenzioni stipulate con l’Ufficio di Governo (pocket money, affitti da pagare ad albergatori e privati, corsi di alfabetizzazione, trasporti, assistenza medica).

L’emergenza profughi sembra non avere fine. Alle porte della Ciociaria bussano altri novanta migranti. L’allarme rossoè scattato ieri pomeriggio, quando dal Viminale è arrivata la segnalazione d’allerta all’ufficiale di Governo. «È un’emergenza che sta massacrando il territorio». Afferma la dottoressa Zarrilli. «Per quanto riguarda le coop, c’è da dire che sono allo stremo perché stanno anticipando tutto o quasi di tasca loro e rischiano il collasso».

E poi aggiunge. «Ci sono operatori del settore che non vedono soldi da marzo, non per nostra incapacità o cattiva volontà. Il punto è che non arrivano i fondi dal livello centrale e noi non possiamo pagare. Stanno anticipando tutto di tasca loro. A queste persone deve andare tutta la nostra gratitudine». L’ufficiale di governo fa notare che nel giro di appena cinque mesi «il numero dei richiedenti asilo nel Frusinate è più che raddoppiato, passando da circa 800 ad oltre 1500». E ieri la comunicazione di una nuova ondata.

«Siamo allo stremo. Non voglio più rivolgermi ai sindaci perché capisco che la situazione è ormai difficile anche per loro. C’è bisogno, però, di un’azione misericordiosa nei confronti di chi fugge dalla disperazione. Stavolta siamo di fronte ad un problema di ordine pubblico che coinvolge tutti. Ritengo, però, che l’azione del sindaco di Giuliano di Roma è stata alquanto scorretta. Posso capire le sue ragioni, magari perché incalzato da questioni politiche, ma non ci si comporta così. Faccio notare che ogni volta che i primi cittadini di questo territorio hanno un problema da risolvere, trovano sempre spalancata la porta della Prefettura.

La decisione di Lampazzi suona come una mancanza di rispetto verso le persone. La questione relativa a Giuliano l’ho affrontata più volte. È vero che le regole vanno rispettate ma emettere un’ordinanza del genere, senza discuterne e cercare una soluzione, non risolve il problema. Bisogna ragionare insieme, come abbiamo sempre fatto, prima di arrivare agli estremismi».

La soluzione profughi, secondo il prefetto, è che il Governo dichiari lo stato di emergenza che permette lo sblocco di ulteriori risorse. «A questo punto - ha concluso in maniera provocatoria la Zarrilli - aspettiamo che si faccia avanti qualcuno e metta a disposizione un capannone. Spero proprio di non essere costretta a lasciare i migranti sugli autobus. L’invito che rivolgo ai rappresentati istituzionali e non, è a una maggiore comprensione. Anche per il lavoro che svolgiamoin prefettura.A volte fino a notte inoltrata».