Mentre si preparano alla grande colletta ecclesiale a favore delle popolazioni terremotate di Amatrice e Arquata del Tronto, che si terrà in tutte le chiese domenica prossima, allo stesso modo non rimangono insensibili alla situazione dei migranti che, in fuga da conflitti, persecuzioni, pericoli e povertà, arrivano in Ciociaria. A mobilitarsi sono i tre vescovi della provincia di Frosinone. I monsignori Spreafico, Antonazzo e Loppa sollecitano il sostegno di sindaci e istituzioni. Chiedono la messa a disposizione di strutture per l’accoglienza.

«Le nostre Chiese diocesane - fanno notare - si stanno impegnando, non senza fatica, a mettere a disposizione strutture ecclesiastiche per l’accoglienza dei migranti, ma anche a garantire accompagnamento sia alle persone che ci vengono direttamente affidate dalle autorità pubbliche, sia a coloro che comunque bussano alla nostra porta. Registriamo nelle ultime settimane ripetute insofferenze, che spesso giungono alle cronache, verso la presenza dei migranti».

L’appello alle comunità

«Come il Papa quotidianamente ci ricorda e ci chiede, anche noi vi chiediamo di rivolgere ai fratelli migranti provenienti da Paesi in guerra, come la Siria, o in situazioni conflittuali e di persecuzione da anni, o segnati da una povertà che mette in pericolo la vita, la stessa carità che quotidianamente rivolgiamo tramite le Caritas diocesane, le parrocchie, i centri di ascolto e di accoglienza, le mense, i tanti servizi di carità vecchi e nuovi, ai fratelli bisognosi della nostra terra, senza alcuna distinzione di etnia, cultura, religione, ma semplicemente come donne e uomini creati a immagine di Dio. Mentre ringraziamo i tanti per gli sforzi finora compiuti, ci rivolgiamo soprattutto alle comunità parrocchiali, alle comunità religiose, alle aggregazioni ecclesiali che ancora non hanno avuto modo di esprimere segni concreti di accoglienza. È questa l’ora di fare ognuno la propria parte, secondo le proprie possibilità, senza risparmi, reticenze o calcolo di interessi».

Ai sindaci e alle istituzioni

«Chiediamo che ogni istituzione, in particolare ogni Comune, si impegni a dare segni concreti di ospitalità ai migranti richiedenti asilo politico, mettendo a disposizione per l’ospitalità strutture di proprietà pubblica che non sono più utilizzate (ad esempio edifici scolastici abbandonati); favorendo, nei rispettivi Comuni, la presenza di organismi qualificati che si occupino dell’accoglienza. Occorrono anche iniziative per la conoscenza delle persone migranti, delle loro storie personali, dei Paesi di provenienza. Così come l’attivazione di progetti di impegno sociale, a servizio della comunità, dei migranti ospiti nei Comuni».

Guardia alta sullo sperpero

«Si chiede anche di denunciare eventuali abusi e cattivo uso di risorse pubbliche che si dovessero verificare in un’attività tanto delicata. Ogni Istituzione, e in particolare ogni Comune, nessuno escluso, può fare qualcosa. La nostra terra, che, tra le prime in Italia, ha conosciuto una massiccia emigrazione, non merita che problemi planetari, drammi personali e situazioni oggettivamente difficili vengano affrontati in modo irrazionale, fomentando paure dovute solo alla mancata conoscenza, e gridando in modo istintivo. Invitiamo tutti alla reciproca collaborazione, all’approfondimento dei problemi e delle situazioni, a rappresentare in modo civile e nelle sedi opportune eventuali difficoltà che si possano riscontrare, con l’obiettivo di superarle, perché insieme possiamo trovare risposte adeguate e intervenire là dove si riscontrassero comportamenti inadeguati da parte di coloro che abbiamo accolto con spirito di fraternità. Rivolgiamo a tutti un invito all’impegno, all’accoglienza, alla conoscenza della realtà dei migranti».