Gli interventi anti-sismici, dove possibile, li hanno fatti tutti. O almeno si sono impegnati. Ma nessuno si sente tranquillo. Sui monti come a valle. In Regione hanno usato l’evidenziatore “rosso” per contrassegnare le zone di Cassino e del Cassinate. E i sindaci lo sanno. Non fanno allarmismi ma sono allarmati. Inutile dire il contrario, soprattutto perché ci sono intere zone che attendono interventi dal terremoto del 1984.

Dino Risi, sindaco di Terelle conferma la situazione messa in luce dai suoi colleghi: «Per quello che potevamo ci siamo mossi, abbiamo fatto interventi anti-sismici sulla scuola ma il centro storico è nelle stesse condizioni di tutta la parte dell’Appennino centrale. Tutti sono rimasti così com’erano. Sono stati distrutti dalla guerra e poi ricostruiti e il rischio c’è. Le difficoltà sono quelle di intervenire su questi edifici molto, molto antichi. Stiamo tutti nella stessa barca. Mi associo al pensiero degli altri sindaci perché viviamo la stessa realtà e ci auguriamo che prima che succeda qualcosa di terribile - neanche a pensarlo - si stanzino risorse. Anche noi dobbiamo agevolare i cittadini che vogliono mettere in sicurezza questi immobili».

La proposta del sindaco di Vallerotonda, Verallo, infatti è quella di aiutare quei residenti che voglio fare interventi. Chi, ad esempio, vuole sostituire i tetti in cemento armato con strutture più leggere deve farlo. E il Comune può ridurre a zero i costi per le concessioni, e non solo. Ma un po’ ovunque è corsa alla sicurezza. I primi cittadini stanno cercando, per come possono, di verificare le proprie strutture.

A Pontecorvo il consigliere Natascia Di Schiavi Iorio ha chiesto all’amministrazione di verificare le strutture scolastiche, anche alla luce del fatto che dopo il sisma del 2009 a L’Aquila una delle scuole della città fluviale venne chiusa. Ieri l’assessore Armando Satini ha risposto: «Ringrazio il consigliere di Schiavi Iorio per l’attenzione e la tranquillizzo. Stiamo procedendo a incaricare l’ufficio tecnico di tutte le verifiche. Posso, comunque, ricordare che la scuola media Bernadotte ha ricevuto un finanziamento e presto partirà l’appalto per i lavori mentre per la Caramadre si sta già procedendo».

Intanto a San Vittore con delibera di consiglio del 13 aprile 2016 il Comune ha adottato lo studio preliminare al piano di emergenza comunale, strumento questo che viene consentito adottare dall’articolo 4 dell'aggiornamento delle linee guida per la pianificazione comunale ed intercomunale di emergenza di protezione civile pubblicato sul burl ad agosto 2015. «È un tema, quello dell’emergenza comunale - ha detto il sindaco Nadia Bucci - che va affrontato con la dovuta cautela senza tralasciare nessun dettaglio, ed è soprattutto un tema sul quale i riflettori non devono essere accesi solo dopo che centinaia di persone, soprattutto bambini, rimangano vittime di eventi calamitosi così devastanti. Il fatto che l’attenzione sul tema c’è è dimostrato anche dal fatto che il 23 giugno 2016 presso la sede dell’Unione dei Comuni delle Mainarde, di cui San Vittore fa parte insieme a Sant’Elia, Cervaro e Viticuso, noi sindaci abbiamo organizzato un convegno proprio relativo al piano dell’emergenza comunale argomento affrontato con grande professionalità dai Geologi Colombi ed Incocciati, rispettivamente Responsabile e funzionario della agenzia Regionale di protezione civile della Regione Lazio».

Anche il sindaco di Cassino, Carlo Maria D’Alessandro dice la sua: «Le leggi sismiche si fanno tutte dopo i terremoti. Le verifiche le stiamo conducendo ma tutti gli edifici pubblici sono stati realizzati secondo la norma vigente al momento della costruzione. Dove possiamo facciamo opere e interventi grazie anche genio civile. E invito alle verifiche anche i cittadini che abitano negli edifici dell’immediato dopo guerra». La paura c’è, ma in coro tutti dicono la stessa cosa: non spegnete i riflettori.