I fatti risalgono al 22 agosto scorso quando in piena notte a Cassino in via Pertini prende fuoco un’Alfa 146 in sosta in un parcheggio.
Immediato l’intervento della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco che da subito hanno rilevato la natura dolosa dell’incendio appiccato all’interno dell’autovettura, ma poi propagatosi al serbatoio e al vano motore che ha provocato una forte esplosione che, oltre a distruggere l’auto, ha danneggiato altre vetture parcheggiate nelle vicinanze. Le indagini degli agenti del Commissariato di Cassino, coordinato dal vice questore Cristina Rapetti, sono partite immediatamente e ieri la svolta. È stato individuato l’autore dell’episodio delittuoso: un trentatreenne di Cassino, disoccupato con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio che ora dovrà rispondere di incendio doloso. Alle origini del gesto vecchi dissapori di natura familiare tra l’autore del reato e il proprietario dell’auto, un trentaseienne di Cassino. Grazie alla serrata attività tecnica, alle indagini e alle numerose testimonianze raccolte dagli agenti del Commisariato è stato possibile ricostruire l’episodio. Il trentatreenne abita nello stesso quartiere del proprietario dell’auto.
Per lui è scattata la denuncia. I cittadini possono stare sereni, non c’è nessuna banda incendiaria a spasso per le strade di Cassino. Infatti dopo l’incendio a San Bartolomeo, un nuovo rogo ha coinvolto un’utilitaria in via Virgilio. Due auto in due giorni avevano fatto pensare che in giro ci fosse qualche delinquente con la passione per il fuoco. Nel caso di via Virgilio i carabinieri hanno rintracciato il colpevole, un trentasettenne, spinto da motivi amorosi e un pizzico di vendetta.
Per l’Alfa 146 di San Bartolomeo invece ci ha pensato la polizia. Non questioni di cuore, ma vecchi dissapori tra famiglie.