Qualcuno sostiene che sarà solo una parentesi. Pesando il blasone, il bacino d’utenza e le variabili che di solito sottendono a un risultato sportivo, non è nemmeno facile dargli torto.
Se non parlassimo di calcio, la teoria sarebbe pressochè inconfutabile, ma per fortuna parliamo proprio di quello sport che talvolta sfugge alle logiche ferree e un po’ noiose di un ordine plutocratico.
E allora nessuno può impedire alla matricola Frosinone di partecipare al gran ballo della A con la stessa baldanza che ha esibito negli anni precedenti, in contesti meno eccelsi ma pur sempre qualitativi.
Analoga sfiducia accompagnava i giallazzurri di Stellone alla vigilia del campionato cadetto dello scorso anno e tutti ricordiamo come andò a finire. Illudersi che anche stavolta Gucher e compagni possano sopravanzare ogni avversario è utopia, ma sperare nell’ennesima impresa è possibile, anzi necessario. La permanenza nel massimo campionato dovrà essere conquistata con le armi di sempre: grinta, coraggio e quel pizzico di spregiudicatezza che nello sport ed anche nella vita a volte fa la differenza.
Stasera si comincia, contro un avversario che quanto a blasone ha poco da invidiare a chicchessia, il Torino. Quel Torino che fu grandissimo e che nel 1949 consegnò i suoi eroi dalla storia alla leggenda, e poi seppe tornare sul tetto d’Italia con Puliciclone, Ciccio Graziani e Claudio Sala, il poeta del gol.
Oggi gli uomini di Ventura partono per ritrovare l’Europa, hanno un organico di prim’ordine, non più sospinto dall’arrembante Darmian, e idee chiare sugli obiettivi da perseguire. Per i ragazzi di Stellone un compito arduo, per quella che del resto sarà la regola della stagione. Il tecnico romano ha però chiarito che la maggiore statura degli avversari non dovrà snaturare la mentalità e l’approccio alla gara dei suoi. Impossibile pensare di affidarsi a tattiche attendiste contro rivali che avranno capacità di palleggio sopraffine e uomini in grado d’inventare. Meglio essere propositivi e affidarsi a quel pizzico di spregiudicatezza di cui si è detto. Una trasposizione in chiave moderna del vecchio adagio che definisce l’attacco quale migliore difesa. E allora per questo esordio storico Stellone si affiderà a un undici abbastanza collaudato.
Qualche novità importante solo in difesa, con Leali a guardia dei pali e una linea con Rosi, Russo, Diakitè e Crivello; a centrocampo corsie per Paganini e Soddimo e “cuore” per il fattore G, leggi Gucher e Gori; davanti a far coppia con Dionisi sarà Longo, preferito a Daniel Ciofani, reduce da un infortunio.
Questi gli uomini che andranno a caccia del terzo risultato positivo casalingo dei canarini contro il Torino, perché i due precedenti parlano di una vittoria e di un pari per i ciociari, che sono in vantaggio anche nel computo complessivo: 2 vittorie, 1 pari e una sconfitta nei 4 confronti già in archivio.
Numeri che valgono per la statistica, ma non tolgono un briciolo di difficoltà alla gara, per la quale naturalmente si prevede una cornice di pubblico straordinaria.
Cominciare bene può essere davvero determinante per la stagione del Frosinone. La consapevolezza della propria forza nel contesto del massimo campionato non può essere un dato acquisito, ma dovrà essere una piacevole scoperta. Quanto gli eroi della doppia promozione possano incidere anche in A dovrà dircelo il campo, ma chi pensa negativo presume con supponenza e dimentica che nello sport non sono infrequenti esempi di atleti che scalando le categorie non hanno perso la propria valenza.
Paradossalmente alcuni elementi dell’organico canarino hanno caratteristiche tali da risultare particolarmente idonei al calcio della massima serie e potrebbero di conseguenza rivelarsi autentiche sorprese in positivo della stagione.
Stasera alle 20,45 la prima puntata dell’avvincente romanzo: personaggi e interpreti sono noti, il copione andremo a scoprirlo non senza una dose consistente di curiosità. Il Frosinone vuole stupire, ma ha bisogno della fiducia di tutti, perché il Comunale deve essere il volano per l’ennesima favola a lieto fine. Provarci con tutte le forze è la parola d’ordine, poi il campo esprimerà il proprio inappellabile verdetto.
E comunque vada, ricordiamo che se ce l’avessero detto due anni fa, avremmo pensato ad uno scherzo...