«Prima gli italiani, poi gli stranieri». Questo è il pensiero di tanti che sono scettici e piuttosto cauti di fronte al problema dellâaccoglienza dei profughi. Lâemergenza ha scatenato polemiche e commenti, spesso i disagi vissuti da tante famiglie determinano chiusure rispetto allâapertura agli africani, ma in molti casi lâintolleranza è palesata da giovani che forse dimostrano indirettamente la loro insoddisfazione.
In un Paese in cui bisogna lottare per il lavoro, la casa ed una vita dignitosa probabilmente câè chi non accetta che ci si distragga per spalancare le porte agli esterni. Si tratta di dinamiche complesse che richiamano considerazioni di natura diversa, spesso scollegate, ma di fatto affini in termini sociali. Ino gni caso lâospitalità dei profughi a Pastena ha rappresentato unâoccasione utile per far riflettere sulle scottanti tematiche dellâaccoglienza e della migrazione, oltre ad aver creato attorno al sindaco anche una catena di solidarietà manifestata da parte di cittadini che hanno compreso il dramma dei profughi e lâemergenza della situazione.
«Non sarà questo gesto a cambiare il mondo - commenta il sindaco Arturo Gnesi - ma il mondo non ha futuro, né speranza se prevarranno la paura e la xenofobia. Non possiamo riesumare il razzismo con la scusa che tanto sono clandestini, che non vogliono lavorare e che in Italia câè povertà e disoccupazione. Non possiamo costruire barriere e nè innalzare muri, ma dobbiamo trovare risposte adeguate a questa sfida senza precedenti per il mondo occidentale».
Il sindaco Gnesi non si lascia scoraggiare dai commenti negativi di tanti giovani, seppure esprima amarezza, non si aspettava critiche e riflessioni scoraggianti, ma probabilmente tanti sono soffocati dai propri problemi da non potersi fare carico di ulteriori situazioni gravose. Allora più che di intolleranza si deve parlare di incapacità di supportare le altrui difficoltà quando non si riesce a vedere chiaro il proprio futuro.
Intanto i 41 profughi da sabato scorso sono ancora ospiti a Pastena, accolti in emergenza presso la sala conferenze del museo, assistiti dallâassociazione Integra che sta ancora decidendo della sistemazione definitiva del gruppo. Unâaccoglienza contestata anche dalla minoranza per le modalità con cui è stata gestita. Di fatto il problema dei profughi ha raggiunto oggi dimensioni preoccupanti, lâemergenza non è di Pastena, ma di tutta lâItalia, come pure le polemiche, le spaccature, le contraddizioni ed i sentimenti contrastanti