Niente da fare però. In Italia spiccano 100 piccoli Comuni dove si vive meglio che altrove. È stato definito il drappello dei “borghi felici”, guidato da tre paesi dell’Alto Adige (Brunico, Vipiteno ed Egna, tutti in provincia di Bolzano). La classifica, stilata dal Centro Studi Sintesi (pubblicata su Il Sole 24 Ore), si basa su 47 indicatori del cosiddetto Benessere Interno Lordo.
I parametri utilizzati sono legati alla qualità della vita e in questo il reddito Irpef medio è strategico. Ma ci sono pure le cosiddette variabili del benessere economico e sociale (dall’ambiente alla salute). Senza dimenticare l’istruzione, la cultura, la sicurezza.
Però la “nostalgia canaglia” suggerisce pure altre considerazioni, che vanno oltre il prodotto interno lordo e i rigidi indicatori socio-economici. I borghi di Serrone, i castelli di Piglio, le vigne e gli ulivi di Acuto, tanto per fare degli esempi, sono incantevoli. Come decine di altri borghi della provincia, dove la felicità si respira nonostante gli indici di ricchezza non scalino le classifiche.
Le strade che attraversano ulivi terrazzati sono uniche.
Però la classifica del Centro Studi Sintesi ha un senso, perché misura anche il tasso di sviluppo dei paesi. Non è un caso che il Nord la faccia da padrone. Come capoluogo di provincia Frosinone è al centesimo posto (su centoquindici) dei Comuni sostenibili turisticamente in relazione alla spesa pubblica locale. Pure in questo caso si tratta di uno studio, condotto dall’Osservatorio nazionale spesa pubblica e turismo sostenibile.
Non sono in discussione i paesaggi e i percorsi incantevoli della provincia. È in discussione la capacità di valorizzarli. È in discussione la mancanza di una politica che sappia partire da quello che la natura mette a disposizione per migliorare la qualità della vita di un’intera provincia.
Si chiede Il Sole 24 Ore: «È il segno che la felicità (intesa come Bil, Benessere interno lordo) - colpa della crisi e dei continui tagli ai bilanci comunali - sta diventando merce sempre più rara». A scorrere la classifica non sembra così. Vicoli e piazzette della Ciociaria custodiscono memorie, segreti e leggende. Ma è il prodotto interno lordo a tagliarli fuori dall’Olimpo dei “borghi felici”.