Un grande gesto di solidarietà per dimostrare la vicinanza della comunità islamica a quella cattolica dopo l’omicidio di padre Jacques Hamel a Rouen. Questo è il significato della partecipazione dei rappresentanti di fede musulmana durante le messe in tutta Italia. E così è stato anche per Frosinone, dove il vescovo Ambrogio Spreafico ha accolto l’imam Omar El Jaouzi durante l’omelia di ieri mattina nella chiesa San Paolo ai Cavoni.

«Siamo qui per testimoniare che la religione non può e non deve essere giustificazione di violenza» hanno concordato i rappresentanti delle due comunità, da sempre legati da amicizia e rispetto reciproco. Spreafico ha introdotto il suo intervento ammonendo chi spesso dimentica di essere persona di pace. «La paura è una cattiva consigliera e fa chiudere in noi stessi, fa guardare gli altri con sospetto e fa sorgere pregiudizi - ha proseguito il vescovo - Di fronte alla violenza ci si potrebbe chiedere qual è la risposta di noi cristiani: bisogna pensare a Gesù che nel momento della sua Passione al suo discepolo che estrasse la spada per difenderlo, ferendo una delle guardie che lo stavano arrestando, disse lui di rimetterla nel foro perché chi di spada colpisce di spada muore. Padre Jaques ricorda il martire Oscar Romero, che diceva che l’unica violenza permessa ai cristiani è quella contro se stessi. Ricordo a memoria il passo del Corano in cui si sottolinea che il vero jihad è la lotta contro se stessi, non la violenza contro gli altri. Perché, se non cambiamo noi stessi, non cambiamo niente. Alla base di questi scontri c’è sempre la bramosia, il desiderio di possedere sempre più risorse e più territori, il dilagare dell’ideologia del possesso - ha concluso - Papa Francesco ha detto ricordato che non si tratta di una guerra di religione, ma dal desiderio di ottenere ricchezze e per fare ciò queste persone non si esimono dal fare uso della violenza. Non bisogna innalzare muri, ce ne sono già troppi, come quelli contro, le religioni, muri contro verso i profughi che arrivano in mezzo a noi».

Prima della fine della cerimonia ha preso la parola l’imam El Jaouzi, che ha ringraziato il vescovo per l’ospitalità. «Qui nella casa di Dio ci ritroviamo come fratelli e ricordiamo come crudelmente è stato ucciso padre Jacques - ha esordito - Noi come comunità musulmana di Frosinone condanniamo chi ha fatto ciò e condividiamo il lutto dei cristiani. Il sacro Corano dice di invocare il nostro signore, di non spargere la corruzione sulla terra, né versare il sangue degli uomini, dopo che ci è stata lasciata prospera. Bisognerebbe invocate Allah con timore e condividerne la misericordia, con quelli che ci sono vicini».