Ben 1205 certificazioni di inabilità alla guida, molto più che un segnale di emergenza sanitaria. Mentre i Consigli dei comuni costituenti il bacino di utenza dell’ex ospedale di Anagni sbandierano gli ordini del giorno deliberati e inviati al Ministero della Salute per vedersi riconosciuto lo stato di emergenza sanitaria, la realtà supera qualsivoglia esigenza burocratica.
Il pauroso numero di richiedenti il tesserino che attesta lo status di invalido, tutti esaminati e trovati rispondenti a verità,
non viene ostentato per strumentalizzare né per fare impressione. L’agghiacciante realtà è sintomatica di un territorio malato,
che subisce effetti devastanti dovuti a diverse cause, affatto sconosciute.

I terreni della Valle del Sacco nascondono insidie terribili: dai rifiuti tossici portati a tonnellate dal Napoletano ai prodotti farmaceutici che talune aziende, con disarmante disinvoltura, hanno rimosso dopo l’autodenuncia ispirata da una
legislazione accomodante. Scarichi segreti ed occultati, poi, che vomitano nefandezze a pie’ sospinto. Per non parlare dell’aria: i
venti che spirano da Nord a Sud per almeno 250 giorni l’anno trasportano le polveri, le ceneri ed i fumi provenienti dai termo-combustori vicini. Solamente il mese scorso, poco prima di una milionaria cessione aziendale, l’Arpa Lazio aveva segnalato preoccupanti valori riscontrati nelle polveri provenienti dai camini di uno stabilimento in provincia di Roma; una serie di coincidenze avevano favorito la declassazione della notizia, che lo stesso primo cittadino della città interessata aveva evitato
di commentare. Così 1205 cittadini, un buon cinque per cento della popolazione anagnina, si sono visti rilasciare la certificazione di inabilità alla guida; e forse altrettanti evitano, per una serie di motivi, di farne richiesta. Purtroppo, le patologie che una volta si riferivano soprattutto agli esiti di infortuni, stavolta riguardano particolarmente le neoplasie o in ogni caso gli effetti di malattie di tipo tumorale.

E non si tratta di aggiungere un tassello alla richiesta dei sindaci; la realtà, che sconcerta e allibisce un numero sempre maggiore di cittadini, deve essere affrontata ben al di là e ben al di sopra della politica. Talune situazioni ambientali che insistono sul territorio della Città dei Papi non appaiono nei dati della Regione Lazio per motivi mai chiariti e naturalmente il quadro reale risulta
peggiore di quello ufficiale. I cittadini sembra stiano assumendo una rabbiosa consapevolezza e nei prossimi giorni potrebbero esserci iniziative eclatanti.