Sei su trentatré. E tra questi sei ora le attenzioni sono concentrate su uno solo dei seggi già finiti nell’occhio del ciclone. Dopo le polemiche sul voto ora la Procura ha aperto una vera e propria inchiesta sulle elezioni amministrative di Cassino. Per far quadrare le cose.

La notizia è trapelata nella tarda serata di ieri e, nonostante il clamore vista la coincidenza con l’insediamento della nuova giunta, ha lasciato davvero in pochi a bocca aperta. Anche perchè, come già detto, il caos scoppiato in 6 delle 33 sezioni di Cassino, aveva già “avvelenato” e non poco il clima elettorale. Ora, con l’inchiesta aperta in Procura, dalle parole si sta passando ai fatti. Per fare chiarezza.

Gli inquirenti del palazzo di Giustizia di Cassino, infatti, stano portando avanti tutti gli accertamenti necessari a fugare ogni dubbio sui “conti che non tornano”. Per questo ieri sono stati inviati i carabinieri in Prefettura per prendere visione degli atti relativi al seggio “contestato”. Nessun sequestro, come confermato dallo stesso procuratore capo - il dottor Luciano D’Emmanuele - che vista l’attività in corso preferisce uno stretto riserbo.

Secondo i beniformati, però, sembrerebbe che ad essere stati visionati dai carabinieri della Compagnia di Cassino - coordinati dal maggiore Silvio De Luca - siano stati i verbali elettorali del seggio finito sotto la lente, di cui ovviamente non può essere offerta alcuna identificazione. Accertamenti dovuti, necessari a stabilire se ci siano stati o meno quegli errori, neppure troppo residuali, contestati da chi ha deciso di mettere in moto la macchina investigativa.

Le 6 sezioni nelle quali sulle preferenze erano stati dati “i numeri” erano due a Caira, una in via Pascoli, una in via Montello (zona Colosseo) e due in via Bellini.

Stando infatti alle contestazioni mosse a ridosso della tornata elettorale, proprio nel seggio contestato, dalle 21 e 30 alle 23 della sera stessa del voto sarebbe stata registrata una impennata nel numero dei votanti. Non solo. Tra le anomalie riscontrate anche la presunta “scomparsa” di alcune preferenze o voti in più rispetto agli aventi diritto. La commissione elettorale aveva, quindi, nell’immediatezza affermato che - in attesa dell’ufficialità dei dati - non vi era alcun presupposto per parlare di elezioni da rifare. Anzi, aveva sottolineato come le contestazioni potevano forse far riferimento ad errori di trascrizione. Perchè, come aveva sottolineato il segretario generale Alteri (chiamato a coordinare tutte le operazioni) non c’era alcun presupposto perchè «La “vera” ufficialità ci sarà solo con la proclamazione degli eletti.

La commissione elettorale era chiamata solo ed esclusivamente a stabilire chi dei due candidati erano ammessi al ballottaggio e con quali percentuali. L’unica confusione è stata creata nel trascrivere perchè 23.223 sono coloro che hanno votato, non gli aventi diritto che superano invece quota 31.000».

Un caos, quello elettorale, oggi finito direttamente in Procura. La magistratura di piazza Labriola vuole andare fino in fondo. E come primo importante passo nell’attività di accertamento ha voluto prendere in visione, delegando direttamente gli uomini dell’Arma della Compagnia di Cassino, tutta la documentazione del seggio “che scotta”: sia schede che verbali. Un’inchiesta aperta per escludere qualsiasi ipotesi di natura penale.

Ad alimentare il fuoco l’invettiva dei Cinque Stelle

«Si è creata una zona d’ombra nel quale sarà difficile vederci chiaro e, da cittadini, francamente è inaccettabile. A 10 giorni dalle elezioni non abbiamo ancora i risultati definitivi dei voti di lista, sezione per sezione. Perché ci sono le preferenze e non i voti di lista sezione per sezione? Oggettivamente sarebbero più importanti i voti di lista in quanto è in base a questi che si assegnano i seggi. Come mai alla sezione 26 non ci sono dati? Come mai, dai dati ufficiali del comune, risultano più votanti che elettori? Dai nostri approfondimenti - rivelano i Cinque Stelle - risultano sparite, nelle sezioni in cui abbiamo dati certi e definitivi, almeno 20 schede. Chiederemo chiarezza su molte questioni».

Ad accendere la miccia sul caos delle elezioni è stato il Movimento Cinque Stelle che, più degli altri, all’indomani del primo turno, ha continuato ancora ieri a mantenere accesi i riflettori sulla vicenda.

Tuttavia il candidato a sindaco Giuseppe Marrocco spiega che «ancora non c’è stato alcun esposto ufficiale anche se c’è un gap da colmare, per il Movimento, di molte schede che bisogna certamente valutare».

Al momento restano caute le altre forze politiche, anche perchè gli errori di conteggio non dovrebbero inficiare l’esito del voto del primo turno, ovvero il ballottaggio tra Petrarcone e D’Alessandro. Nessuno però osserva con distacco. E sempre i pentastellati rincarano: «Votare in un solo giorno e portare avanti gli scrutini subito dopo, e a oltranza, ha creato situazioni non degne di una democrazia moderna. Dopo 24 ore di seguito, presidenti di seggio in preda a malori, scrutatori che bestemmiavano per la stanchezza e scene di panico sono emerse in quasi tutti i seggi. Ecco, noi ora - concludono i grillini - facciamo appello ai nostri portavoce in parlamento affinché si rimetta mano alla legge cosicché cose del genere non si ripetano, affinché i funzionari vengano messi in grado di espletare le loro funzioni correttamente e con lucidità e affinché portino avanti le operazioni di voto e scrutinio, con la massima serenità. Ne va di tutto il nostro sistema democratico».