Si incatena davanti al Palazzo comunale per far conoscere le problematiche dei genitori con figli diversamente abili con la speranza di essere aiutato dalle istituzioni. Autore del gesto Michele Callori. «Sono sempre più stufo di vivere in un paese che deve aspettare che arrivino miracoli», sono queste le parole di Callori subito dopo essersi incatenato ad un palo davanti al Palazzo Comunale, dove nel pomeriggio di ieri si è svolto il consiglio comunale per l’approvazione del bilancio.

«Ho deciso di mettere in atto questa azione per far sentire la mia voce per i tanti problemi che giornalmente noi genitori con figli diversamente abili incontriamo. La situazione è insostenibile, sono stato costretto a licenziarmi dal posto di lavoro dove percepivo 2300 euro di stipendio per accudire i mie due figli, non ho mai ricevuto aiuti da parte delle istituzioni, solo parole, nessun gesto di solidarietà e di aiuti veri e propri. Mi sono guardato intorno e mi sono chiesto come le altre famiglie con i miei stessi problemi potessero vivere, ed infatti sono venuto a conoscenza che il problema è reale non è solo il mio. Ho riscontrato che nel circondario ci sono oltre 60 ragazzi con altrettante famiglie nella mia stessa situazione. Tutti insieme abbiamo deciso di mettere su un’associazione che mirava ad ottenere dalle istituzioni una struttura capace di essere trasformata in un polo dove accogliere questi ragazzi, e di farli oltre che studiare anche divertire. Ci siamo appellati a tutte le istituzioni, ho incontrato tutti gli amministratori del Comune di Fiuggi ma nessuno mi ha dato ascolto, sembra che questo problema nonostante sia reale non interessi a nessuno».

L’assessore Martina Innocenzi

«In questi mesi ho evitato di entrare nella dinamica dei comunicati stampa in relazione alla denuncia avanzata sulla mancanza di spazi e attività per i ragazzi diversamente abili. Ho evitato di farlo perché rifiuto il botta e risposta che non produce soluzioni, ed ha il solo risultato di avvelenare il clima su una problematica seria e delicata; ma oggi, a seguito delle ricostruzioni è opportuno fare chiarezza. Il 13 Febbraio 2016, insieme alla Presidente del Consiglio Comunale, ho partecipato alla prima riunione promossa dai genitori con figli diversamente abili. Un momento di condivisione importante nel corso del quale è emersa con forza la necessità di costruire sempre più luoghi di aggregazione sociale per i ragazzi. Ho ricordato che il Comune di Fiuggi in questi anni ha svolto un importante lavoro in tal senso, destinando per esempio un bene confiscato alla mafia alla realizzazione di un centro diurno che oggi è gestito dalla Cooperativa H anno Zero in zona Poggio Fiorito;ho informato l’assemblea della piena disponibilità da parte dell’Unitalsi per portare a compimento tutti insieme un obiettivo che viene da lontano: la realizzazione di un centro diurno. Ho inoltre paventato la possibilità, per iniziare le prime attività e in attesa della realizzazione del centro, di utilizzare i locali nel quartiere Colle, con l’obiettivo di avviare un percorso che a piccoli passi portasse alla realizzazione dell’ambizioso obiettivo. Un centro diurno non si mette in piedi dall’oggi al domani».

L’iter e il confronto

«L’assemblea - prosegue la Innocenzi - aveva poi deciso di costituire un’associazione, strumento necessario per la eventuale richiesta di finanziamenti o per la concessione di spazi. Dopo quella assemblea del 17 marzo 2016, insieme alla dottoressa Giulia Carletti, al presidente della costituita Associazione “Sorriso e Speranza Onlus” Amedeo Giorgilli e a Michele Callori, abbiamo effettuato un sopralluogo presso la struttura sottostante il Centro Anziani, che essendo destinata a Centro Diurno per l’Alzheimer (non ancora attivo ma dotato di tutte le autorizzazioni necessarie), come amministrazione comunale eravamo disponibili a concedere per la realizzazione di laboratori. Una struttura non ritenuta idonea dai responsabili dell’Associazione che nei mesi seguenti mi hanno comunicato di aver individuato nel Convento dei Frati Cappuccini, una struttura adatta alle loro esigenze. In tal senso, incontrando circa 10 giorni fa l’associazione, mi sono messa a disposizione per la stesura di un progetto che,sia in termini strutturali, sia in termini formativi illustrasse obiettivi da raggiungere e mezzi attraverso i quali raggiungerli. Uno strumento necessario e richiesto sia dal responsabile del Convento, sia per la eventuale richiesta di finanziamenti presso enti superiori. Comprendo le difficoltà e il disagio di chi vive queste situazioni, e proprio questo ci spinge comunque ad adoperarci concretamente; la disponibilità è stata piena dall’inizio di questo percorso da parte di tutti, delle soluzioni anche temporanee sono state proposte e rifiutate. Sono stati dati suggerimenti tesi ad accompagnare il cammino avviato; è stata datala disponibilità di fissare, progetto alla mano, appuntamenti con referenti istituzionali delle Regione. Una disponibilità che confermo e rinnovo; siamo chiamati ad unire le forze anziché dividerci con il solo risultato di non dare alcuna risposta al problema. Il mio appello va a tutti i genitori. Insieme,con l’ausilio delle realtà che già operano in questo campo, possiamo lavorare al raggiungimento di un obiettivo comune: la realizzazione di un centro diurno. Nell’attesa che questo obiettivo venga raggiunto ragioniamo però su cosa fare, senza avere atteggiamenti prevenuti e distruttivi a prescindere e favorendo l’adozione di soluzioni temporanee ma concrete».