Traffico di anabolizzanti dall’Est Europa, seconda condanna per un operaio di Amaseno. L’uomo, P.P., 33 anni, a gennaio aveva avuto due anni e otto mesi in abbreviato dal tribunale di Frosinone, ora a Trento ha patteggiato una pena di un anno. Ma l’accusa più grave, di associazione a delinquere è caduta e per questa l’uomo, che è difeso dall’avvocato Filippo Misserville, è stato assolto al pari degli altri sei coimputati. Nell’ultima udienza sono stati condannati, sempre a un anno, ma con l’abbreviato, due farmacisti conniventi della provincia di Trento.

L’indagine, condotta dai carabinieri del Nas, da una precedente inchiesta, era nata in Trentino. Stando alle accuse le sostanze dopanti, tra cui efedrina, nandrolone e testosterone, erano acquistati prevalentemente su internet soprattutto dalla Slovacchia e dalla Romania, ma anche da Egitto, Cina, Moldavia, Serbia e Ucraina. Dopodiché, grazie anche alla compiacenza di alcuni farmacisti trentini, le sostanze, senza prescrizione medica e al di fuori dei canali ufficiali, venivano vendute on-line. Il denaro veniva inviato invece a delle carte poste-pay, intestate ad altre persone. Gli annunci, così come le conversazioni su internet, erano esplicite, come hanno appurato i carabinieri. Che nel frattempo avevano effettuato dei sequestri all’aeroporto di Verona e attivato diverse intercettazioni.

A dicembre del 2014 c’era stato anche l’arresto del ciociaro e il sequestro di alcune confezioni di dopanti. Mentre la parte ciociara dell’inchiesta si era concentrata a tutto il 2013, quella di Trentoera limitata al 2014.E in tale periodo - secondo le accuse - l’operaio avrebbe ottenuto 25.000 euro dalla vendita dei prodotti. Piazzati soprattutto nel mondo delle palestre e in prossimità di gare. Ma una delle consegne si erano presentati direttamente gli uomini del Nas.