«Parametri conformi alla normativa vigente», ma l’ordinanza al momento non viene revocata. È questo il dato, per alcuni versi confortante, venuto fuori dalle analisi dei cinque pozzi privati che il Comune aveva affidato al Parco scientifico e tecnologico del Lazio Meridionale di Latina, Pa.L.Mer (circa 10 mila euro di costo) dopo l’ordinanza numero 41 dell’aprile scorso, in cui il sindaco aveva vietato l’attingimento dell’acqua per scopi alimentari, irrigui e zootecnici. I pozzi si trovano in contrada Colle San Paolo, nell’area a ridosso tra la statale Monti Lepini e Frosinone.

«Il Comune con la sua iniziativa ha voluto porre in essere un’attività di vigilanza a tutela della popolazione - esordisce Caligiore - Le analisi sono arrivate nella mattinata di ieri e con gli uffici tecnici ci siamo messi subito al lavoro. L’analisi dei pozzi ha rappresentato un costo pesante per le esigue casse dell’amministrazione, ma era dovuto. Non possiamo al momento revocare l’ordinanza: dopo il nostro atto l’Arpa ha dato la sua disponibilità a controllare ulteriori pozzi. Solo quando avremo i risultati di queste analisi, se tutto risulterà all’interno dei parametri stabiliti dalla legge, revocheremo il divieto».

Il sindaco ha sottolinea più di una volta - durante la conferenza stampa a cui erano presenti il consigliere delegato all’ambiente Savoni, il responsabile del settore ambiente, Frank Ruggiero e il geometra Camillo Ciotoli - che l’azione intrapresa dalla sua amministrazione non era finalizzata a trovare eventuali inquinatori, ma a tutelare la salute dei cittadini. L’ordinanza di Caligiore ha ottenuto un altro risultato: alle 13.20 di martedì è arrivata nel suo ufficio una lettera del ministero dell’ambiente avente ad oggetto la convocazione, per il 26 maggio, di un tavolo tecnico istruttorio al quale parteciperanno tutti gli agenti istituzionali del territorio e dove verrà «finalmente visionato il nuovo progetto di bonifica che l’azienda Viscolube propone da tempo» afferma Caligiore che si ritiene «estremamente soddisfatto per l’esito delle analisi e per aver messo in atto una vigilanza diversa rispetto al passato. Siamo stati i primi a mettere il dito in alcune situazioni. Ora non abbasseremo certo la guardia» E ancora: «I territori si devono autotutelare e battere i pugni sul tavolo quando è necessario. Non è un caso, che dopo l’ordinanza che ha suscitato molto clamore (tanto che altri hanno tentato di interferire), qualcosa si è mosso anche a livello ministeriale», conclude il sindaco.

Anche il consigliere Savoni vede di buon grado «lo sviluppo di un sistema di controlli ancora più capillare, rispetto a quanto messo in campo negli anni passati». I cittadini per stare tranquilli dovranno aspettare le analisi dell’Arpa.