Ieri il Dipartimento di epidemiologia ha pubblicato il rapporto 2015 sull’incidenza del mesotelioma nel Lazio. La circostanza è stata resa nota dal Consigliere Comunale di Frosinone Danilo Magliocchetti. L’esposizione ad amianto in tutte le sue forme, può causare la comparsa di mesotelioma maligno ed è anche responsabile di neoplasie del polmone, della laringe, dell’ovaio e probabilmente anche di altri tumori dell’apparato gastrointestinale.

In questo rapporto, vengono presentati i dati raccolti dal registro regionale tra il 1 Gennaio 2001 fino al 31 Dicembre 2015. In questo arco di tempo, i mesoteliomi nel Lazio sono stati in totale 1.122, di cui 790 uomini e 332 donne.

L’incidenza per ASL di residenza, esclusa la provincia di Roma, è stata la seguente: ASL Frosinone, totale 63. Uomini 48 donne 15, percentuale 5,6%. ASL Latina, totale 100. Uomini 76 donne 24, percentuale 8,9%. ASL Rieti, totale 24, uomini 16 donne 8, percentuale 2,1%. ASL Viterbo, totale 50, uomini 31 donne 19, percentuale 4,5%.

Il registro regionale dei mesoteliomi maligni del Lazio riporta la rilevazione dei casi della pleura, del peritoneo, del pericardio, della tunica vaginale del testicolo.

«Da questi dati emerge - nota Magliocchetti - che le ASL di Frosinone e Latina sono quelle che registrano casi e tassi di mesotelioma più alti delle altre province del Lazio. Sempre secondo il rapporto - prosegue Magliocchetti - i primi 5 settori economici con maggiore esposizione professionale per la potenziale insorgenza del mesotelioma sono; Edilizia (33,6%), Metalmeccanica (15,7%), Difesa (7,2%), Trasp. mare/Cant. Nav./Mov-merci (6,1%), Industria Chimica/plast./gomma (4,7%)».