Una banda specializzata nel furto di assegni di istituti previdenziali o assicurativi poi riciclati e incassati. Una maxi frode ai danni di Inps, Inail e assicurazioni escogitata sicuramente da qualche mente esperta. Che sapeva come muoversi, come intercettare gli assegni (in bianco o anche già precompilati), come ripulirli e piazzarli sul mercato a gente compiacente che materialmente li incassava o tentava di farlo. Nel mezzo invalidi civili, lavoratori infortunati e assicurati in attesa di ottenere un rimborso.

Sono stati proprio questi ultimi a far venire a galla il trucco tra il 2011 e il 2012. Per loro dopo l’ok degli istituti o delle compagnie private l’assegno, anche per importi consistenti, con la liquidazione del danno non arrivava mai. Quando i malcapitati chiedevano informazioni si sentivano dire che il loro titolo, identificato dal numero di serie, era stato incassato da altri. Allora con le loro denunce è scattata l’inchiesta che ha coinvolto mezza Italia, dal Veneto alla Liguria, alla Campania (dove dovrebbero risiedere le menti, ma anche gran parte di quanti hanno intascato illegittimamente i rimborsi) fino alla provincia di Frosinone. Anche in Ciociaria ci sono diverse persone accusate di ricettazione di tali assegni. Per molti si sono aperti diversi procedimenti, tanti quanti gli assegni che hanno provato o hanno intascato.

Gli assicurati riuscivano comunque, dopo la denuncia, a ottenere un nuovo assegno per cui, materialmente, ad essere beffati erano compagnie assicuratrici ed enti previdenziali. In base a quanto emerso dalle indagini, gli assegni erano intercettati all’origine, nelle fasi di spedizione, quindi, con una stampante a rullo caldo gli assegni già compilati erano sbianchettati, se già compilati. Così erano rivenduti a soggetti che aprivano un nuovo conto, vi depositavano uno o più assegni di questo tipo, di cui prelevavano, per non destare sospetti,solo una parte, seppur consistente, dell’ammontare.

Ma la truffa è stata scoperta e sono partiti i primi processi, che coinvolgono anche Frosinone. Vengono contestati i reati di falso e ricettazione di assegni per importi variabili tra i mille e i tremila euro. Ieri, una di queste persone, nella fattispecie una donna residente a Ferentino, assistita dall’avvocato Angelo Testa, era imputata per la ricettazione di un assegno da 1.500 euro.