Ancora un abbraccio per il vescovo. Questa volta è stato “fisico”, reale, spontaneo. I sacerdoti dell’intera diocesi,ieri riuniti in curia a Sora per un incontro programmato sull’anno della Misericordia, lo hanno affettuosamente salutato, stringendosi a lui dopo questa triste vicenda. Quarantott’ore di accuse, di ombre, di misteri, di dolore e patimento prima che il caso iniziasse a sgonfiarsi. Gradualmente. Nel frattempo il vescovo non ha mai mostrato segni di cedimento. Ha partecipato a tutte le funzioni programmate, con coraggio e sguardo dritto, rivolto ai fedeli e al crocifisso.

A Cassino ha anche ricevuto l’applauso spontaneo della folla. E ieri nuovo tripudio. Discreto e silenzioso. Consumatosi nel chiuso di una sala riunioni. Ma potente. Il vicario generale monsignor Antonio Lecce non poteva certo tacere sulla vicenda. E allora ha parlato a nome di tutti i sacerdoti. Ha salutato il vescovo all’inizio della riunione esprimendogli affetto e assoluta solidarietà a nome dell’intero clero. Ha citato un passo dell’Apocalisse dove si dice che una nuova vita nasce sempre da una morte violenta. «Quindi siamo certi che da questa assurda vicenda la nostra Chiesa rinascerà più forte e vigorosa». E a questo punto è partito un grande applauso. Continuo e ininterrotto.

Poi il colpo di scena. Il vicario ha detto che la «nostra chiesa si riserva di riflettere per il presente e per il futuro» su come procedere nei confronti di chi con grande disinvoltura calunnia. E qui è scoccato un altro applauso. Davvero significativo e liberatorio. Perché la comunità sacerdotale ha voluto prendere una posizione forte e decisa, senza porgere per forza l’altra guancia. E ha promesso che non si lascerà infangare gratuitamente senza reagire. In piena sintonia con il salmo “misericordia e verità”, perché l’una senza l’altra può fare del male e viceversa. Dunque, perdono e misericordia ma anche verità. Verità dei fatti, dell’accaduto, delle circostanze. E per raggiungerla il vescovo si confronterà con le alte sfere vaticane, il nunzio apostolico e il segretario generale della Cei. D’altra parte proprio il Vaticano, il giorno stesso del presunto “scandalo”, ha diffuso una nota in cui parlava di «contestazioni costruite ad arte da persone respinte dal seminario».

E successivamente sulle tv nazionali era trapelata la notizia che dalle stanze romane non sarebbero rimasti a guardare. Sempre con spirito di misericordia e... di verità. Ma intanto i protagonisti della giornata di ieri non sono stati solo i preti delle 145 parrocchie ma anche il popolo. Tantissimi i sorani che hanno atteso fuori l’arrivo del vescovo Antonazzo per abbracciarlo. Si sono stretti a lui, con commozione, e lo hanno salutato dicendogli: «Non ti preoccupare... il Signore cammina con te».Â