La diffusione della processionaria non ha fortunatamente raggiunto livelli di guardia. Ma anche nel capoluogo squadre dell’Aver della Protezione civile sono costantemente a disposizione per far fronte alle richieste d’aiuto provenienti dai cittadini.

Diverse le conifere, pini e cedri soprattutto, che sono in sofferenza dopo essere state attaccate da questi insetti, che rappresentano un pericolo anche per gli animali domestici e per le persone in caso di contatto.

Parla di situazione sotto controllo l’agronomo del Comune Giuseppe Sarracino. Che spiega: "Non ci sono fattori in grado di influenzare la comparsa di questo parassita, rischioso per varie specie arboree. È semplicemente la natura che fa il proprio corso. Parliamo di una farfalla che in determinati periodi dell’anno, in genere ad agosto, crea dei nidi sugli alberi, che si presentano sotto forma di una “palla” di filamenti bianchi, al cui interno vengono depositate le uova. Quando si schiudono escono delle larve che in primavera abbandonano la pianta in una sorta di lunga “processione” (da qui il nome Processionaria) per andare ad interrarsi. Il vero problema sono i peli orticanti, che infestano giardini e colture. A Frosinone non c’è nessun allarme, ma non per questo si sottovaluta il monitoraggio, anzi. C’è un apposito decreto del Ministero dell’Agricoltura che affida ai servizi fitosanitari di ogni regione il compito di effettuare controlli per verificare la presenza di colonie. In quel caso bisogna intervenire massicciamente. Non è il nostro caso".

Sarracino annuncia per il prossimo anno la sperimentazione dell’endoterapia. "Si basa sul principio - dice - per cui, introducendo una sostanza caratterizzata da proprietà sistemiche direttamente nel tronco, questa, attraverso il sistema vascolare della pianta, si ridistribuisce nella chioma. Ciò consentirebbe di distruggere i nidi".

I principali vantaggi offerti da questa metodologia di applicazione consistono in una prolungata persistenza d’azione, che in molti casi permette di effettuare i trattamenti ad anni alterni; una riduzione delle dosi di applicazione e una minore dispersione nell’ambiente, quindi un minore impatto ambientale.