Il presunto danno erariale causato dagli errori commessi nella progettazione dell’ospedale “Spaziani” di Frosinone è un caso ancora aperto. A darne notizia il procuratore regionale della Corte Conti Angelo Raffaele de Dominicis nella relazione della Procura regionale della Corte dei Conti per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016.

Il caso dell’ospedale di Frosinone era stato menzionato anche nella relazione dello scorso anno. In quella di quest’anno si dà conto della vicenda nei minimi particolari e dei più recenti sviluppi processuali dell’istruttoria. L’opera viene citata come un esempio, tra i più eclatanti almeno nel Lazio, di danno erariale provocato dalla superficialità nella progettazione e nella direzione di un’opera pubblica. In particolare quando l’errore viene commesso da un libero professionista che ha ricoperto sia il ruolo di progettista che di direttore dei lavori. Anche in questo caso le responsabilità ricadono sulla pubblica amministrazione? Proprio questo è l’interrogativo che aspetta di trovare una risposta.

Una svista a sei zeri

Un fatto, però, è certo: è stata una svista clamorosa a determinare un aumento dei costi che la Corte dei Conti ritiene illegittimo. Ci si accorse che una parte dell’area in cui sarebbe dovuto sorgere il nuovo ospedale era ricoperta dal bosco soltanto quando, nell’ottobre del 2004, venne redatto il verbale per l’apertura del cantiere. Prima di allora, nessuno dei progettisti aveva fatto caso alla presenza di quegli alberi, non pochi e di alto fusto. Una distrazione pagata a caro prezzo. Letteralmente. Quell’inconveniente ha determinato l’apertura di un contenzioso tra la Asl e l’associazione temporanea d’imprese composta dal Consorzio Cooperative Costruzioni e il Gruppo Zeppieri Costruzioni srl. Braccio di ferro che si è concluso con un accordo bonario che ha riconosciuto alle imprese un rimborso della bellezza di 4.172.226 euro. Secondo la Procura contabile la mancata segnalazione del bosco ha rappresentato un grave errore progettuale che ha comportato un aumento di spesa configurabile come danno erariale e quantificato in 5.367.134 euro.

L’interrogativo

Chiamata in causa, la Asl ha contestato la giurisdizione della Corte dei Conti essendo l’attività del progettista, in quanto libero professionista, slegata dalla pubblica amministrazione. La procura, invece, contesta che il progettista dei lavori e anche direttori le responsabilità ricadono sull’ente pubblico committente. Un caso spinoso, da manuale, che ora è al vaglio della Cassazione. Se quest’ultima dovesse dare ragione dovesse dare ragione alla Procura della Corte dei Conti, l’istruttoria sul danno da oltre 5 milioni di euro andrà avanti.