Che spiega: "Mentre allâestero consumano olio di oliva italiano, gli italiani consumano olio nordafricano e questo aumento esponenziale di importazione di oli esteri, dovuto soprattutto a sgravi di natura fiscale, crea un deprezzamento sul mercato interno del nostro prodotto, con gli agricoltori che non riescono più a fronteggiare i costi di produzione.
In più il consumatore sarà tutelato sempre meno ed andrà incontro a frodi, contraffazioni, italian sounding e quantâaltro, vedendo svanire quella certezza di qualità e sicurezza che solo il Made in Italy può garantire. Questa situazione - aggiunge - crea problemi a cittadini e consumatori che, come è noto, si trovano in condizioni di forte difficoltà , ma anche per lâintero Paese e per lâimmagine dei prodotti Made in Italy, mettendone in discussione la bontà e screditando tutta la filiera del settore e non solo.
Si tratta di una vicenda vergognosa, che richiede un intervento immediato delle autorità competenti, perché non è tollerabile che la UE con un voto a larghissima maggioranza, 31 voti a favore, sette contrari e una sola astensione, abbia fatto passare tutte le 70 mila tonnellate di aumento delle importazioni privilegiate di olio dâoliva tunisino, per il 2016 e 2017, previste dalla Commissione europea, anche se si resta in attesa del voto definitivo dellâassemblea plenaria di Strasburgo, previsto per fine febbraio, che difficilmente sarà diverso da quello della Commissione commercio internazionale.
Sarebbe opportuno che il Governo decidesse di valutare proposte che non permettano di confermare quanto deciso dalla commissione del Parlamento Europeo e che siano previste delle compensazioni a vantaggio degli olivicoltori italiani in sofferenza e tutele dei consumatori finali attraverso strumenti di comprensione più chiari sui reali contenuti dei prodotti immessi nel mercato. Prima di tutto chiediamo che sia fatta chiarezza con lâetichettatura. Inoltre, il Ministero dellâAgricoltura provveda a disporre un piano di controlli con norme e verifiche più stringenti. Controlli che non devono avvenire a posteriori, ma prima che i prodotti vengano commercializzati e che entrino nelle case delle famiglie".