La rapina scorre nei fotogrammi

Rapinatori professionisti, o comunque non degli sprovveduti, con un piano ben congegnato, studiato nei minimi dettagli. E la caccia grossa agli autori della rapina più importante, probabilmente degli ultimi trent’anni, è partita senza sosta. Le indagini sulla rapina alla filiale della Banca Etruria di Frosinone proseguono incessantemente. La Squadra Mobile che indaga sul caso spazia il suo lavoro a 360 gradi ma gli elementi su cui puntare non sono moltissimi e comunque celati nel massimo riserbo degli investigatori.

Sicuramente le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso sia dell’istituto di credito, che delle attività commerciali adiacenti sono state passate al setaccio fotogramma per fotogramma. Probabilmente proprio questo lavoro ha permesso di “scagionare”la moto con la quale si credeva che i malviventi fossero fuggiti. Da verifiche effettuate, è stato accertato che quella che si ritenesse la motocicletta usata per la fuga, in realtà non c’entrava nulla con la rapina. Si è tornati quindi a cercare tra i fotogrammi ma principalmente alla ricerca dei momenti successivi al colpo dato che quelli precedenti, difficilmente saranno stati immortalati perché l’azione dei malviventi è iniziata dalla parte esterna e retrostante della struttura dove non vi è nulla se non la campagna. Il buco nella parete fatto, probabilmente in tempi diversi, è stato praticato per l’affondo finale, lasciando solamente un sottile strato di muratura.

Ma se gli indizi recuperati sono così pochi, restano tanti i dubbi sul motivo per il quale in banca vi fossero tutti quei soldi. Gli istituti di credito, in tal senso, hanno indicazioni ben precise tanto che chi ha bisogno di prelievi superiori ai 10.000 euro, li deve prenotare. Come e perché nella filiale Etruria vi fossero 300.000 euro, resta un mistero tutto da chiarire. Una rapina che arriva in un momento scuro non solo per la filiale ma per l’intera struttura bancaria dell’Etruria dato che l’11 febbraio il tribunale fallimentare di Arezzo ha dichiarato lo stato di insolvenza dell’istituto di credito aprendo così alla possibilità ad una indagine per bancarotta fraudolenta. Un colpo durissimo al futuro della banca stessa. Nel loro riserbo, gli investigatori certamente avranno valutato anche questi aspetti oltre all’eventualità che qualcuno possa aver informato i malviventi di quell’insolito gruzzoletto in banca, pronto per essere portato via.

Via Cicerone è diventata la strada preferita dai criminali

Via Marco Tullio Cicerone, poco più di un chilometro e mezzo di strada in una zona di pregio a Frosinone che rischia di essere indicata come la strada delle rapine. È su quella fettuccia di asfalto che comincia da piazzale De Matthaeis, passa davanti alla villa comunale e finisce intersecando la Statale Monti Lepini che si sono consumate due delle rapine più pericolose dell’ultimo periodo. Sabato scorso allo Spa.Mar e martedì alla filiale della banca Etruria.

Due colpi dalle matrici completamente diverse seppure avvenute a due giorni e duecento metri di distanza. Panico e clamore nel primo caso dato che i due malviventi, dopo l’assalto al supermercato, per guadagnare la fuga hanno sparato in aria; professionalità, preparazione e scaltrezza nel secondo caso dove, nonostante il buco lasciato nella parete della banca, in pochi si sono accorti dell’accaduto mentre i malviventi portavano via 300.000 euro. Un bottino record tra le rapine degli ultimi anni in provincia.

I due colpi, oltre alla strada su cui sono stati messi a segno, hanno altro in comune: i responsabili sono ancora ignoti e in entrambi i casi spaziano a 360 gradi. Intanto i residenti sono molto spaventati, così come i commercianti. Tutti chiedono a gran voce più controlli e un’azione più incisiva contro i criminali.