“Anche la ludopatiatra le cause della crisi imprenditoriale: le nuove frontiere dell’usura”. È stato il titolo di una tavola rotonda per parlare di gioco d’azzardo patologico e usura alla presenza di magistrati ed esperti. Il gioco d’azzardo patologico è causa di notevole disagio sociale e di interferenza della criminalità organizzata, anche nella fase di gestione dell’accesso all’usura.

Nel corso dell’incontro è stata presentato uno studio conoscitivo sui danni sociali provocati dai fenomeni dell’estorsione e dell’usura e sulla gravità dei loro riflessi.

L’attività di analisi è stata focalizzata sulla verifica dell’incidenza del fenomeno con particolare riferimento alle popolazioni di Lazio e Campania. Lo studio volto ad indagare la relazione tra gioco d’azzardo patologico ed usura, si è concentrato sul Lazio e la Campania.

Dalla somministrazione del questionario è emerso come, potendo fornire risposte multiple, e quindi con una percentuale complessiva superiore al 100%, su un dato assoluto riferito a 941 soggetti trattati in diagnosi di gioco patologico, dal 2014 al maggio 2016, solamente il 3,36% afferma di non aver mai avuto problemi finanziari conseguenti al gioco d’azzardo. Il 43,60% del campione riferisce omessi e ritardati pagamenti, il 40,53% ha fatto ricorso a prestiti in famiglia mentre il 34,29% ha fatto ricorso a prestiti legali. Il dato relativo ai piccoli furti è pari al 9,84% e quello riferito al ricorso al prestito illegale costituisce l’9,10% del campione.

Un momento successivo della ricerca ha spostato il fulcro d’interesse sulla correlazione tra soggetti considerati a rischio usura, tra quelli in trattamento nella regione Lazio e nella regione Campania la cui percentuale complessiva del 21,57% (per un numero di 203) è di poco superiore al 20,93% pari al numero di soggetti dediti a piccoli furti (93) e che fanno ricorso a prestiti illegali (86), e quelli che si sono dichiarati effettivamente vittime di usura, pari a 18, ovvero l’1,91%.

In sintesi il 10% per cento dei soggetti a rischio finisce poi per essere vittima dell’usura, percentuale che, dalle risultanze della statistica, parrebbe avvicinarsi al segmento inferiore della forbice media nazionale, dove il dato oscilla dall’1,57% fino al 3,9%. Di particolare importanza per la ricerca è il dato relativo alle professioni dei soggetti usurati, laddove il 17,64% è riconducibile.