La trappola è elettronica e viaggia sul web. Scatta non appena si forniscono i dati personali per effettuare un pagamento. L’agguato informatico è talmente veloce che non ci si accorge neanche di quanto sta avvenendo. Salvo, poi, ritrovarsi a pagare le rate di un finanziamento mai richiesto. Salgono nel Lazio, e di conseguenza in provincia di Frosinone, i furti d’identità, attraverso conti correnti, cedolini degli stipendi, carte di credito e bancomat. Sono 1.740, secondo l’osservatorio Crif, i casi rilevati nella regione. L’importo medio dei raggiri è stimato intorno ai 7.882 euro. La provincia italiana in vetta alla classifica è Firenze con 300 casi.

Nel Frusinate le vittime sono 198. Mala Ciociaria, in termini percentuali, fa registrare un più 14,4%. L’importo medio della truffa è di 7.347 euro. «Non bisogna mai fornire dati personali e di pagamento sul web senza aver prima verificato che il sito sia affidabile». Spiega Tiziana Belli, comandate della polizia Postale di Frosinone.

«Occorre stare attenti a non usare password deboli, con meno di otto caratteri e senza cifre e simboli. Ma - aggiunge - anche cambiarla spesso e non usare la stessa per tutti i servizi on-line. Anche relativa- mente ai computer, bisogna utilizzare un sistema operativo aggiornato e protetto da un antivirus per evitare il rischio che i dati personali in esso contenuti possano es- sere rubati tramite virus».

Il consiglio è anche quello di non inviare le scansioni dei documenti di identità e il codice Iban del conto corrente a soggetti che non sono affidabili al 100%. «Sempre più spesso queste informazioni vengono richieste dai truffatori. Attenzione anche a gettare documenti che contengono informazioni personali (come ad esempio gli estratti conto bancari) senza prima distruggerli. Una delle modalità più utilizzate dai ladri d’identità per raccogliere informazioni utili è infatti rovistare tra i rifiuti. «Infine - conclude la dottoressa Belli - in caso di smarri- mento dello smartphone, occorre bloccarlo e cambiare le password degli account collegati».

Skimming per rubare i dati. Uno dei metodi più usati

Uno dei metodi più usato per rubare i dati è lo skimming. Consiste generalmente nella clonazione di una carta di credito. La parola deriva dal verbo inglese to skim (strisciare) da cui la parola skimmer che è il dispositivo utilizzato per memorizzare i contenuti delle bande magneti- che delle carte di pagamento.

L’uso improprio di questi dispositivi, la loro manomissione, fino ad arrivare addirittura alla sostituzione dello skimmer originale con uno appositamente installato per leggere e registrare i contenuti delle carte magnetiche che vengono fatte “strisciare” al suo interno, ha portato alla nascita di questa una nuova tecnica criminale e skimming è oggi utilizzato per descrivere in generale le truffe compiute ai danni di possessori di carte di credito, bancomat, carte prepagate etc. attraverso un utilizzo illecito di dispositivi di lettura delle stesse: skimmer e P.O.S.

Più maschi e meno donne. Il profilo delle vittime

Maschio e di mezz’età: è questa la vittima più comune delle frodi creditizie. La distribuzione a livello nazionale evidenzia come la maggioranza delle persone colpite (il 64,1%), siano uomini, con le donne che registrano una leggera diminuzione del 4,7 per cento.

L’osservatorio Crif mostra anche come la classe di età più colpita sia quella compresa tra i 41 e i 50 anni per un 27,9%. L’importo medio delle truffe nel Lazio, stando all’indagine, è stato per Frosinone 7.374; per Latina 6.304; per Rieti 3.758; per Roma 7.227; per Viterbo 21.792. Il totale regionale ammonta a 1.747 7.882 euro. «Le frodi rimangono un fenomeno che non conosce crisi - evidenzia l’analisi Crif -. È senza dubbio la fantasia dei criminali che, all’aumentare dei sistemi di sicurezza, cerca sempre nuovi modi per raggiungere gli obiettivi.Â