Quasi un milione e mezzo di spese legali nel 2015 per la Asl di Frosinone. Per la precisione 1.347.994,73 euro. Un dato impressionante, che fotografa la crisi della sanità provinciale meglio di mille analisi. Una sanità alle prese con problemi quotidiani insuperabili: file ai Pronto Soccorso, carenza di personale, tempi di attesa biblici, impossibilità di assumere.
Il paradosso è palese e per i cittadini ha il sapore della beffa: quante risorse potrebbero essere impiegate per migliorare i servizi invece che per pagare il conto delle carte bollate? Cifre e dati sono consultabili sul sito del Governo “soldipubblici.gov.it”. A questi numeri ha fatto riferimento Danilo Magliocchetti, consigliere provinciale e comunale di Forza Italia, per chiedere al commissario straordinario Luigi Macchitella «di concentrarsi sul monitoraggio delle spese». Perché è sinceramente singolare che si invochi la spending review perfino per tagliare il vitto ai pazienti e poi ci si trovi davanti ad un problema insuperabile da anni. Nonostante sindacati come la Fials abbiano riproposto il tema continuamente. Non è neppure un caso che Magliocchetti faccia riferimento alla necessità di un cambio di rotta sulla politica di gestione del personale. Per ridurre il contenzioso legale, «che costituisce uno dei nervi scoperti dell’organizzazione sanitaria in provincia di Frosinone». Il punto è proprio questo, dal momento che si ripercuote sull’intera offerta sanitaria in provincia di Frosinone. La sanità ha bisogno di medici, di infermieri, di mezzi e di strutture: non sarebbe preferibile investire risorse in questi settori? Peraltro il boom del contenzioso legale evidenzia problemi di organizzazione.
Ma ci sono altre voci sulle quali Magliocchetti invita a riflettere. A cominciare dai supporti informatici e cancelleria. La Asl di Frosinone nel 2014 ha pagato 41.695,81 euro, mentre nel 2015 la spesa è arrivata a 91.731,61 euro. Praticamente la cifra, per questa voce, si è quasi raddoppiata in un anno. «Bisognerebbe capire il perchè», chiosa l’esponente “azzurro”.Â