Se, escludiamo il Sassuolo che di stranieri ne ha soltanto tre, il Frosinone è la squadra che attualmente ne ha meno di tutte le altre. Sono sette, sempre pochi rispetto ai ventitre di Roma e Udinese, ai ventidue della Lazio, ai diciannove della Fiorentina e dell’Inter e così via di seguito, fino alle altre due matricole del Bologna che ne ha quattordici e del Carpi che ne ha dieci.

Insomma la “legione straniera” canarina è un terzo della rosa a disposizione di Roberto Stellone. Tre, e cioè Ajeti, Kragl e Pryima sono giunti a gennaio quando sono andati via Diakité e Castillo e si son aggiunti a Pavlovic, Chibsah, Tonev e Gucher, che è calcisticamente cresciuto nel Frosinone tanto da esserne il vicecapitano.

Tutto questo per dire che la squadra, che si sta battendo con le unghie e con i denti per difendere la massima serie, non ha subìto stravolgimenti rispetto all’undici che ha conquistato la promozione in serie A ed anche rispetto a quella che era stata promossa in serie B.

Sei dei canarini che sono scesi inizialmente in campo contro la Fiorentina, e cioè i due Ciofani, Blanchard, Gori, Frara, Paganini, sono stati gli artefici della doppia promozione. Un gruppo fantastico di giocatori che ha trasmesso l’amore per la maglia anche ai nuovi arrivati che non hanno tardato ad inserirsi nello stesso gruppo e a dare il meglio di loro stessi. Con il risultato che, a otto turni dal termine del campionato, il Frosinone non è ancora retrocesso, smentendo così tutti coloro che ne avevano anticipato la sicura caduta nella serie cadetta.

Certo la classifica attuale vede Frara e compagni al penultimo posto, ma la zona salvezza non è che sia lontana un miglio. È soltanto ad un punto con Carpie Palermo subito a ridosso dei canarini. Il cammino, alla ripresa del campionato, non sarà facile, soprattutto quello della squadra di Roberto Stellone, ma di positivo c’è la constatazione che, contro Lazio e Fiorentina, i canarini sono andati più vicini alla vittoria degli avversari di turno e che, se il Carpi si è aggiudicato l’incontro diretto, lo deve soltanto ad un episodio sfortunato per la squadra di Stellone.

Insomma niente è perduto anche perché il Frosinone del girone di ritorno sta camminando più speditamente al punto che, con otto gare ancora da giocare, ha già conquistato tre punti in meno di quelli che aveva al giro di boa del campionato. Questo è stato possibile perché la squadra, in tutti i suoi componenti, è cresciuta come gioco ma anche come mentalità. Ora va in campo sapendo quello che vuole e per raggiungerlo ci mette rabbia, cattiveria e sacrificio.

Anche la “legione straniera” sta dando il suo valido apporto, sicuramente più consistente del passato, e lo dimostra il fatto che Pavlovic e Ajeti sono diventati ormai pedine di sicuro affidamento. Il terzino ha fatto registrare diciotto presenze in formazione con 1.594 minuti di gioco, il difensore centrale, giunto a gennaio, undici presenze (con un gol) con 841 minuti. Sono cresciuti come rendimento anche Tonev (19 presenze e 1.012 minuti) e Kragl (8 presenze e 419 minuti da gennaio). Ma anche tutti gli altri canarini, ad iniziare da Leali (lo stakanovista con 31 presenze e 2.640’), e da Blanchard (23 presenze e 2.035’) con tre gol, per finire con Daniel Ciofani (29 presenze e 2.217’) con otto gol e Federico Dionisi (28 presenze e 2.247’) con 8 gol, stanno dimostrando di stare in un buon momento di forma, rassicurante per la volata finale, che sarà sicuramente molto incerta. Anche per questo i canarini partono avvantaggiati: sapevano che l’avrebbero dovuta affrontare fin dall’inizio del campionato e, quindi, saranno pronti a dare il meglio di loro stessi. Male per chi era partito per altri traguardi perché sarà meno attrezzato per evitare la retrocessione.