La città di Ferentino ha reso omaggio al sacerdote-eroe, medaglia d’oro al valor militare, Don Giuseppe Morosini in occasione del settantaduesimo anniversario della morte per mano nazi-fascista, fucilato a Forte Bravetta, nell’aprile del 1944 a seguito di condanna a morte “per spionaggio e altro”.

La manifestazione si è svolta lunedì mattina a cura dell’A mministrazione Comunale e del Comitato Onoranze. Dopo la santa Messa celebrata nel duomo, alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto di Frosinone, dottoressa Emilia Zarrilli, del sindaco nonché presidente della Provincia Antonio Pompeo, assessori e consiglieri, del comandante la Compagnia dei carabinieri di Anagni, capitano Camillo Giovanni Meo, maresciallo Raffaele Alborino, comandante la Stazione dei Carabinieri di Ferentino, di numerose rappresentanze di Arma e di Associazioni ex Combattenti, Anpi, Anfim, delegazioni comunali e Forze dell’Ordine, il corteo degli alunni e studenti delle Scuole di Ferentino ha raggiunto la Casa natale della Famiglia Morosini per la deposizione di una corona.

A seguire la sosta, per un momento di meditazione e raccoglimento presso la Cappella, nella Chiesa di S. Ippolito, dove dall’aprile del 1954 è sepolto il giovane prete missionario. Lungo il percorso, l’omaggio a Giovanni Ballina e Ambrogio Pettorini, trucidati dai nazisti alle Fosse Ardeatine nel marzo del 1944. Presso il monumento dedicato a Don Giuseppe Morosini, il presidente del Comitato Onoranze, Primo Polletta ha salutato e ringraziato tutti i presenti, in modo particolare i giovani: «Don Giuseppe deve esserci d’esempio. Dobbiamo prendere esempio da Don Giuseppe, uomo generoso dal cuore pieno di amore per gli altri, sempre disponibile a sostenere i più deboli, vicino ai ragazzi, determinato a dare il proprio contributo per una società migliore».

Don Luigi Di Stefano nell’omelia ha così ricordato il giovane martire: «È stata breve la vita di Don Giuseppe Morosini, trentuno anni; limitato il suo sacerdozio, sette anni; ma vissuto con intensità, perché, a chi l’ha conosciuto e frequentato, ha saputo trasmettere profondamente un seme di fede sincera, gioiosa e schietta, come puro, caldo e appassionato era il suo cuore, che non aveva paura di donarsi e di sacrificarsi in nome di Dio per il bene dei fratelli».

Il sindaco Antonio Pompeo ha evidenziato come «la città di Ferentino e i suoi cittadini hanno sempre vissuto sentitamente questi appuntamenti e il Comune è sempre stato attento nel dare il giusto valore alle celebrazioni di eventi che hanno profondamente segnato la storia della nostra comunità. Una personalità - ha concluso il primo cittadino - che resta profondamente scolpita nella memoria della nostra collettività per la coraggiosa testimonianza, resa per la libertà e la democrazia del nostro Paese.