Chili di droga per un mercato ricchissimo che aveva il suo centro nevralgico a Napoli con inevitabili ramificazioni pure nel cassinate dove lo spaccio è di casa. Smantellata una organizzazione internazionale dedita al narcotraffico, ritenuta in rapporti d'affari con i clan di camorra operanti nell'area orientale di Napoli. Ma le piazze d'oro per lo smercio erano rappresentate pure da quegli avamposti "caldi" disseminati nel basso Lazio: in provincia di Frosinone, dove un cassinate è finito nella rete, e in provincia di Latina con l'arresto di un cinquantaseienne di Fondi. Colombia, Spagna e Olanda per far arrivare chili e chili di cocaina, hashish e marijuana, lasciarla atterrare in terra campana, quale "magazzino", e poi organizzare lo smercio territoriale.

Manette all'alba
L'ora "X" scatta alle 5 del mattino, a Napoli, San Giorgio a Cremano, Fondi e Cassino.
Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la Squadra Mobile partenopea ha eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice per le indagini preliminari, a carico di altrettanti indagati. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti e detenzione e porto di armi da guerra. Nella rete è finito pure Davide Adolfo Trotta, 38 anni, di Cassino. Ad eseguire l'ordinanza di custodia cautelare, ieri mattina, in città, anche la Mobile di Frosinone.

L'operazione
L'intera e brillante attività investigativa è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e, nello specifico, ha consentito di individuare un'organizzazione internazionale dedita al narcotraffico, con un presunto "patto d'affari" con i clan operanti nell'area campana.
Il traffico messo in piedi ha riguardato le diverse tipologie di droga, con particolare interesse per la cocaina. «Stabili - riferiscono gli inquirenti - sono risultati essere i rapporti con la Colombia, la Spagna e l'Olanda». Era proprio in questi luoghi dove - evidentemente - venivano stipulati gli accordi per l'acquisto e il trasporto dello stupefacente in Italia. Operazioni delicatissime che, però, non sono sfuggite agli investigatori.
Poi, una volta giunto sul territorio nazionale, il carico di droga veniva destinato ad alimentare le piazze di spaccio partenopee ma non solo. In particolare quelle presenti nei quartieri di Ponticelli e San Giovanni, nonché di altre regioni, come la Toscana (Massa Carrara) e il Lazio (Latina e Frosinone). Nel corso delle indagini, numerosi sono stati i viaggi effettuati dai promotori dell'organizzazione verso i tre Stati, nonché le trasferte dei "corrieri" effettuate per rifornire le piazze di spaccio fuori regione. «Cospicui - scrivono gli investigatori - sono stati i riscontri oggettivi effettuati nel corso dell'attività investigativa che hanno consentito di cristallizzare una realtà di elevato spessore criminale». E sempre durante le indagini, è stato sequestrato un vero e proprio arsenale: pistole, fucili, mitragliette, proiettili più chili e chili di droga.
La stessa che sbarcava, in parte, nella esigente piazza cassinate dove lo smercio è continuo. Senza sosta. In collegamento diretto con la Campania per i rifornimenti.