L'ex questore Filippo Santarelli l'aveva ribattezzata la "Scampia de' noantri". Era la finestrella del Casermone, una delle principali piazze di spaccio di Frosinone. Venne smantellata in un blitz congiunto carabinieri-polizia il 7 dicembre 2016. Allora ci furono 43 arresti. Quindici di questi che avevano chiesto di essere processati con il rito abbreviato sono stati condannati. Ma non c'è stato l'effetto Intoccabili. Nonostante le richieste di pena fino a 16 anni, le condanne sono state più basse rispetto all'altra grande operazione antidroga.
E dunque Gerardo e Mirko Valenti, 64 e 30 anni, padre e figlio, considerati dall'accusa l'uno il principale collaboratore, l'altro il promotore dell'associazione sono stati condannati a dieci e nove anni di reclusione a fronte di una richiesta di sedici. Nove anni è la pena inflitta anche all'altro collaboratore principale del vertice, Gianpaolo Scuderi, 47, (per lui il pm Adolfo Coletta, che ha coordinato le indagini, ne aveva chiesti quindici). Le altre condanne sono state a cinque anni e quattro mesi per Omar Iaboni, 39, a cinque anni per Giuseppe Liburdi, 27, Marco Magliocchetti, 45, Giuseppe Fiorillo, 26, e Mirko Celani, 26. Infine, la pena più bassa, quattro anni e mezzo, è stata inflitta a Antonio e Giovanni Scuderi, 22 e 25, Alessandro Reffe, 29, Juri Celani, 50, Massimo Frattali, 26, Vittorio Di Maulo, 45, e Gerardo Ruspantini, 45, tutti frusinati.
Rinviati a giudizio tutti gli altri, ad eccezione del solo Nicola Bottoni, 43, di Ferentino (difeso dagli avvocati Vellucci e De Federicis) cui era contestato il trasferimento fraudolento di valori per l'intestazione fittizia, per l'accusa, di un'abitazione a Ferentino. A giudizio le vedette, quanti erano addetti, secondo quanto ricostruito da carabinieri e polizia, a segnalare gli arrivi delle forze dell'ordine. A partire da giugno, dovrà subire un processo anche Diego Cupido, il leader degli Intoccabili che, per questa seconda operazione, sempre in primo grado, era stato condannato a diciotto anni di reclusione, ma, questa volta ha optato per il rito ordinario.
Nella determinazione delle pene, è stata esclusa l'aggravante dell'uso delle armi, mentre sono cadute alcune condotte di spaccio, ritenute dalle difese troppo generiche. Concesse le attenuanti generiche. A 42 dei 53 imputati è contestata l'associazione a delinquere.
Stando alle accuse, alla finestrella si spacciava notte e giorno. A qualsiasi ora. Con ricavi giornalieri anche di 40.000 euro. Il nome dell'operazione deriva dal fatto che ogni qualvolta arrivava un carico di droga, venivano sparati i fuochi d'artificio (in inglese fireworks). Inizialmente, oltre alle 16 persone finite in carcere, altre 27 erano andate ai domiciliari. Quando l'ordinanza, per competenza, era stata riadottata dal gup di Roma (l'indagine è della Dda) per i 27 ai domiciliari era stato disposto l'obbligo di firma. Poi su ricorso della procura era stato disposto il divieto di dimora a Frosinone, provvedimento confermato dalla Cassazione.
Nell'ambito dell'inchiesta è emerso il riciclaggio del denaro all'estero, in modo particolare in Spagna, dove l'organizzazione aveva puntato su un ristorante a Torre del Mar, nella zona di Malaga. Gli incaricati di portare il denaro all'estero erano stati fermati alla frontiera, a Ciampino, con ingenti quantitativi di denaro, in alcuni casi anche 9.000 o 10.000 euro in contanti. In modo particolare Mirko Valenti è considerato il gestore dei proventi in Spagna e, in varie occasioni, l'autore del trasporto di 15.000 euro. Il riciclaggio, per l'accusa, era avvenuto anche a Frosinone, sempre con un'attività di ristorazione.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Raffaele e Marco Maietta, Alessandro De Federicis, Tony Ceccarelli, Vittorio Vitali, Giampiero Vellucci, Bruno Naso, Riccardo Masecchia, Carlo Mariniello, Fiorella Testani, Nicola Ottaviani, Luigi Tozzi, Eliana Scognamiglio, Calogero e Antonino Nobile, Maria Luisa Ambroselli, Rosario Grieco, Gaetano Tanzi, Massimo Ciullo, Maurizio Fracasso, Christian Alviani Andreina Ciotoli.