Ha scelto la prima chiesa costruita nel mondo in onore del Dottore Angelico per mettere fine alla sua esistenza.
Si è impiccato con uno spago di nylon alle inferriate del portone d'ingresso. Questo l'ultimo gesto del padre che era stato accusato di violenza sessuale dalla figlia attraverso un tema. Impossibile capire perchè il cinquantenne ha scelto proprio quel luogo sacro per porre fine alla sua vita, forse proprio per la sua rilevanza storica e culturale. La chiesa di San Tommaso al Castello è tra i monumenti più rappresentativi della città di Roccasecca, sintesi mirabile di cultura, storia, arte, religione.
Risale al XIV secolo. La sua costruzione avvenne intorno al 1323, anno della canonizzazione di San Tommaso d'Aquino.
Una chiesa isolata e aperta solo in determinate occasioni. E proprio sulla porta d'ingresso della chiesa, al termine della scalinata che è un luogo di ritrovo per i tanti turisti che vanno a visitare il castello, ieri mattina il cinquantenne è stato ritrovato che stava passeggiando con il cane.
Sconcerto in città
Una vicenda che fa male a tutti. Nessuno riesce a spiegarsi l'accaduto né a focalizzarlo, dall'inizio fino al tragico epilogo.
Dapprima quelle accuse sui presunti abusi sessuali sulla figlia minorenne, poi, il gesto estremo, impensabile, quello di togliersi la vita impiccandosi in chiesa. Difficile tracciare un profilo del cinquantenne, un padre di famiglia e un lavoratore.
In molti in città non lo conoscevano neppure, non era solito frequentare la piazza. Era un tipo solitario e riservato ma niente avrebbe mai potuto far pensare ad altro racconta qualche conoscente. Quel "peso", vero o presunto, risuonava nei commenti dei cittadini ancora storditi. Lo choc per la notizia superava di gran lunga la voglia di parlare.

Si è allontanato con la sua auto nel pomeriggio di domenica. Quella è l'ultima volta che i familiari lo hanno visto.
Qualche passante avrebbe notato la sua auto parcheggiata a bordo strada, lungo il sentiero che conduce alla chiesa di San Tommaso, a Roccasecca. Ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare il tragico epilogo. Il padre accusato di aver violentato la figlia minorenne si è tolto la vita impiccandosi alla grata della chiesa. Un gesto eclatante, che accende tanti interrogativi e che ribadisce una granitica verità: nessuno potrà mai conoscere fino in fondo la terribile vicenda che ha scosso tutto il Cassinate, finita di recente nelle mai degli inquirenti attraverso un compito in classe.
Come nessuno potrà mai giudicare il suo gesto: solo Dio, per chi ha fede, sarà chiamato a un compito tanto difficile.
Quali siano state le reali motivazioni che hanno indotto un agente della Penitenziaria a raggiungere la chiesa isolata di San Tommaso, in località Castello, ciò che resta è una brutta pagina di cronaca, complessa nella stessa misura in cui resta legata a ipotesi infamanti, quelle di violenze reiterate sulla figlia minorenne.
Le accuse
Il cinquantenne era stato accusato di aver abusato della figlia minorenne. Una terribile verità raccontata dalla ragazza in un compito in classe in cui sarebbe stata descritta la presunta violenza sessuale in un giorno di malattia. È questo il campanello d'allarme che fa scattare l'allerta e mette in moto la scuola che si rivolge immediatamente al commissariato di Cassino per avviare le indagini. Accertamenti che hanno convinto, su richiesta del pm Bulgarini, il giudice Scalera: emessa l'ordinanza di custodia cautelare di divieto Il medico ha indicato che il decesso risalirebbe a 6 o 7 ore prima di avvicinamento alla famiglia, è stata poi disposta per l'uomo l'applicazione del braccialetto elettronico sempre nell'ottica di monitorare l'avvicinamento a casa.
La ricostruzione
L'uomo è stato trovato ieri mattina da un passante. È stato lui, intorno alle 9 mentre portava a spasso il cane, ad aver visto per primo il corpo senza vita del cinquantenne. Quando il medico Giovanni Giorgio è arrivato sul posto, allertato dai militari della Stazione di Roccasecca coordinati dal luogotenente Bottone della Compagnia di Pontecorvo, guidata dal tenente Nicolai e dal tenente De Lisa non c'era più nulla da fare: il rigor mortis riscontrato indicava che il gesto estremo era stato commesso almeno 6 o 7 ore prima. I militari dell'Arma hanno eseguito ogni accertamento del caso, in grado di spiegare l'immane tragedia. Una tragedia che diventa una lama a doppio taglio: qualunque sia la verità sulla vicenda, resta l'amarezza per la perdita di una vita e la consapevolezza di non avere più alcuna possibilità di arrivare a un confronto definitivo. Gli accertamenti sono andati avanti a lungo. In base a una prima ricostruzione dei fatti sembrerebbe che il cinquantenne, indagato per presunti abusi sulla figlia minorenne, abbia deciso di farla finita con uno spago in nylon. Un gesto, sembrerebbe, premeditato. Solo a conclusione degli accertamenti il servizio funebre San Tommaso di Roccasecca ha portato il cadavere all'obitorio per l'autopsia che si terrà oggi dopo il conferimento dell'incarico al medico legale fissato alle 15.

di: Carmela Di Domenico