Episodi di microcriminalità. Ma soprattutto extracomunitari troppo spesso usati come pedine da sistemi e logiche ben più alte di quelle percepite in superficie.
La questione delle violenze registrate in città, che vedono come protagonisti profughi o richiedenti asilo, andrebbe approfondita ben al di là del suo valore di pura statistica di cronaca. Eppure gli interessi in ballo sono alti e le possibilità di arrivare fino in fondo si infrangono tra logiche di mercato e interessi personali. Così ricordiamo perlopiù singoli episodi di violenza: operatori spaventati "sotto tiro" di profughi senza sufficiente cibo né vestiario, come accaduto una decina di giorni fa; risse tra egiziani alla stazione per futili motivi prima delle festività natalizie; questuanti divenuti aggressivi davanti ai supermarket o arresti per droga trasportata nello zainetto da exatrcomunitari bloccati durante uno dei rifornimenti progettati per il weekend. La società civile si indigna, la politica pure. E come richiesto nell'intervento del vicesindaco Palombo, occorre guardare più in profondità, cercando di capire cosa non stia funzionando nell'assistenza dei profughi.

Gli ultimi episodi

Tra gli ultimi inquietanti episodi che hanno visto come protagonisti cittadini extracomunitari non possiamo non ricordare quello di sabato mattina alla stazione di Cassino, dove un venticinquenne di origini africane ha aggredito il controllore "colpevole" di avergli chiesto il biglietto. Una violenza che ha sconvolto tutti, compresi i viaggiatori del convoglio, bloccati a lungo prima di ripartire per Roma. E non sarebbe neppure un unico episodio: centinaia i video che immortalano situazioni analoghe.
Una settimana prima la terribile violenza in centro. Inizialmente scambiata per rissa.
Dagli accertamenti investigativi, poi, si capirà il terribile antefatto che sottende la violenta lite: una ragazza minorenne, residente a Cassino ma di origini straniere, chiede una sigaretta. Un ventenne egiziano gli fa cenno di assenso ma la conduce nell'androne del palazzo affianco al bar. Lì, nascosto dagli occhi della folla, avrebbe iniziato a toccarla ovunque.
Palpeggiamenti sempre più insistenti e dal chiaro scopo, tentativi pure di svestirla. Lei riesce a divincolarsi e a gridare attraendo l'attenzione degli amici davanti al locale. È a quel punto che sarebbe partita rissa. Volano grida, schiaffi, calci.
Le indagini sul caso, comunque, restano aperte.