La fumano o se la iniettano. Purché sia eroina. Tenerla in tasca è facile: bastano 5 euro per una micro-dose ma dentro c'è di tutto.
E anche a Cassino impazza, proprio come un tempo accadeva con le figurine dei calciatori. Se negli anni d'oro ha "falciato" l'animo, e a volte anche la vita, a intere generazioni, oggi cambia volto e costi.
Ed entra in tutte le case, sia in quelle popolate da adulti "nostalgici" che continuano a sballarsi, sia in quelle dove abitano adolescenti alle prime esperienze con l'ebbrezza degli stupefacenti, in una trasmigrazione tra il mondo reale e quello iperbolico. Spesso si snobbano le siringhe per cancellare l'immagine del tossico problematico, emarginato e votato all'autodistruzione. Ma nelle pieghe della società cassinate, i ragazzi tornano a rispolverare pure quelle, pensando di raggiungere un effetto immediato, contro la "lentezza" degli altri metodi. E per terra, davanti alle chiese, alle scuole, nelle strade del centro, se ne trovano troppe. Il consumo ha ripreso a crescere notevolmente.
Lo dimostrano soprattutto i sequestri, l'ultimo qualche giorno fa, a un ragazzo di Villa Santa Lucia di ritorno dai mercati campani.
E il fenomeno rischia di assumere le fattezze di una nuova emergenza sociale. Chi combatte tutti i giorni con questo nemico neppure tanto invisibile - chiamato "il ritorno dell'eroina" - è il responsabile della comunità Exodus a Cassino, Luigi Maccaro, intervistato di recente anche dai network nazionali. «Non abbiamo dati assoluti ma le richieste di ingresso in comunità per i giovani fra i 17 e i 25 anni sono raddoppiate. E nella quasi totalità dei casi c'è una dipendenza da eroina».

Perché questo ritorno all'eroina?
«Mentre 10-15 anni fa la diffusione di sostanze chimiche e cocaina avevano fatto aumentare moltissimo i casi di compromissione psichiatrica delle persone ospitate in comunità, oggi il trend è di ritorno all'eroina con l'aggravante della giovane età.
Il mercato è invaso da eroina a basso costo proprio per contrastare la diffusione di cocaina e sostanze chimiche, per contrastare lo spaccio sul web e per smaltire le enormi quantità di oppio provenienti dall'Afghanistan.
Per tenere basso il prezzo però gli spacciatori abbassano la concentrazione di principio attivo, tagliando la dose con sostanze altrettante pericolose che aumentano fortemente la dipendenza. Ci sono ragazzi che per sentire "la botta" ricorrono all'uso endovena, noncuranti della nuova diffusione di patologie connesse come epatiti e Aids. E ci sono ragazzi che usano fumare l'eroina, convinti di poter dosare meglio il consumo e prevenire in questo modo l'overdose. Cosa non vera perché l'effetto è solo ritardato».

Che cosa conviene fare?
«È urgente una nuova presa di coscienza da parte degli adulti. Nessuno - continua - può considerarsi al riparo, né per i propri figli, né per le conseguenze che questo fenomeno si porta dietro: diffusione di malattie, furti e rapine, minore sicurezza in generale. A partire dalle istituzioni che sul tema mettono la testa sotto la sabbia: i quartieri non presidiati dal punto di vista sociale, educativo, culturale, diventano piazze di spaccio.
Il fronte di prevenzione più importante è la scuola. Bisogna parlare di questi temi e promuovere fra i ragazzi stili di vita sani. Rendere gli insegnanti consapevoli che il loro ruolo educativo è fondamentale. Aiutare le famiglie: i genitori devono conoscere i luoghi e le compagnie frequentate dai figli, educare al rispetto delle regole e della legalità, testimoniare in prima persona scelte di essenzialità, sobrietà, dialogo, rispetto del proprio corpo, progettualità educativa per la propria vita e per quella del nucleo familiare».